USA: aumentano le emissioni di bond convertibili

Dall’inizio dell’anno, le società quotate in USA hanno emesso obbligazioni convertibili per 48,6 miliardi di dollari. Dealogic ritiene che si tratti del valore più alto dal 2021. In estrema sintesi, questo tipo di bond consente agli investitori di scommettere sulla crescita azionaria, in quanto vengono convertiti in azioni se queste ultime raggiungono un certo prezzo. 

L’opinione di tassi che non torneranno più su livelli ultra-bassi sta incoraggiando le società a tornare sul mercato del debito convertibile, che presenta costi di prestito più bassi. Barclays evidenzia che la cedola media di un bond convertibile emesso quest’anno è del 2,6%, mentre quello di obbligazioni junk è dell’8% circa. Un altro vantaggio è che in questo modo non vengono emesse nell’immediato azioni nuove per raccogliere capitale, mossa che non viene vista di buon occhio in quanto diluisce le partecipazioni esistenti. Anche se alla fine i titoli azionari aumenteranno comunque, il prezzo dovrà salire in modo sostanziale.

Gli investitori hanno aggiunto 367 milioni di dollari agli ETF sul debito convertibile: si pensi che nel 2022 e nel 2023 erano state registrate uscite complessive per 11 miliardi di dollari. Questo tipo di obbligazioni consente di ottenere profitti potenziali elevati con una quota di rischio relativamente bassa. Spesso accade che anche se le azioni non raggiungono il target di prezzo si riesce ad ottenere il rimborso del capitale a scadenza

In generale rimangono dei rischi, come un potenziale ritardo nel taglio dei tassi della Fed, una minore forza nel rally delle small cap e la minore redditività in possibile a causa dei tassi elevati. Oltre a questo, va considerato che i bond convertibili sono più vulnerabili alle oscillazioni del mercato azionario.

Fonte: Wall Street Journal

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