Inflazione USA: cosa aspettarsi dal dato di maggio

Domani saranno pubblicati i dati sull’inflazione statunitense di maggio. Le attese Bloomberg sono per un aumento della misurazione headline dal 2,3% al 2,5% su base annuale, mentre quella core è vista in crescita dal 2,8% al 2,9%.

Gli analisti di ANZ ritengono che nei dati del mese scorso si inizieranno a vedere alcuni effetti dei dazi. In particolare, si potrebbe notare che alcune delle maggiori pressioni sui costi delle imprese sono state trasferite ai consumatori.

Fonte: ricerca ANZ

Abbigliamento e auto nuove sono le categorie di spesa più sensibili alle tariffe. Gli analisti evidenziano i risultati di un’indagine della Fed di New York, secondo cui a maggio il 75% delle imprese che ha dovuto far fronte ad un aumento dei costi legato ai dazi lo ha trasferito, sia per il settore manifatturiero che per quello dei servizi.

Sebbene l’inflazione dei servizi potrebbe essere prossima alla normalizzazione, è necessaria una moderazione nella crescita salariale.

Per Bloomberg Economics, ci sono due motivi per cui il trasferimento dei costi delle aziende non si tradurrà, per il momento, in una forte spinta inflazionistica. Innanzitutto, i prezzi sono diminuiti in alcune categorie di servizi discrezionali, con i consumatori che hanno rinunciato all’acquisto. In secondo luogo, i beni più esposti alle tariffe tendevano ad avere un andamento deflazionistico prima della guerra commerciale.

A livello di singole componenti, i prezzi dell’energia potrebbero aver contribuito per -10 punti base, quelli del cibo a casa per il +0,5% e quelli dei beni core per lo 0,2%. I prezzi delle auto nuove e usate sono visti in crescita di 0,1 punti percentuali.

A mantenere sotto controllo la misurazione saranno anche le tariffe aeree e gli alloggi meno costosi. BE ritiene comunque che anche se il CPI risultasse modesto, la Fed non accelererà la tabella di marcia per una riduzione del costo del denaro.

Fonti: Bloomberg e ricerca ANZ

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