Fed: l'aumento dei tassi reali spingerà il taglio?

Il Wall Street Journal nota che con l’inflazione in discesa più rapidamente del previsto, sta arrivando un altro problema per la Fed: l’aumento dei tassi reali (ossia i tassi nominali corretti per l’inflazione). Questo incremento potrebbe limitare l’economia e impone alla Fed un taglio dei tassi. La valutazione sta vertendo quindi sul fatto che, con la flessione dei prezzi, il tasso reale sia inutilmente restrittivo.

Ci sono fattori favorevoli e sfavorevoli ad un taglio dei tassi in tempi brevi. I funzionari della Fed potrebbero voler aspettare a tagliare il costo del denaro in quanto non è ancora sicuro che il calo dell’inflazione sia duraturo. Inoltre è possibile che l’economia riesca a tollerare un costo del denaro più alto. In effetti, fino a poco tempo fa la maggior parte del board della Fed riteneva che il tasso neutrale (che non stimola o rallenta l’economia) si aggirasse intorno al 2,5%, ben inferiore rispetto all’attuale 5,25%-5,5%. Tuttavia, l’economia è rimasta forte. 

William English, Professore della Yale School of Management ed ex economista senior della Fed, ritiene che un altro motivo che impedisce alla Banca centrale USA di ridurre il costo del denaro nel breve periodo è la discesa dei rendimenti obbligazionari e la salita delle azioni. Questi due elementi potrebbero sostenere l’attività economica e la spesa dei consumatori. English pensa che una mossa del genere possa richiedere un’attesa fino a maggio o oltre. 

Al contrario, aspettare che arrivino dati che segnalino che la Fed è troppo restrittiva richiederà tagli dei tassi aggressivi, che solitamente si riservano ad un’economia in recessione. Ci sono anche dei rischi sul fronte delle aziende indebitate (come quelle del settore immobiliare), che si potrebbero trovare in difficoltò nel momento in cui dovranno rifinanziare i debiti. 

Esther George, Presidente della Fed di Kansas City dal 2011 al 2023, ha affermato che ora c’è molto spazio per abbassare il costo del denaro prima di tornare in territorio neutrale. George ritiene che il rischio maggiore è aspettare troppo a lungo a tagliare e provocare danni difficilmente riparabili sul mercato del lavoro. English, menzionato prima, ritiene che se i dati sull’inflazione saranno rassicuranti e l’economia rallentasse un po’ si potrebbe osservare una riduzione del costo del denaro a marzo.

Fonte: Wall Street Journal



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