All’inizio del 2024 il mercato prezzava ampi tagli dei tassi di interesse da parte delle principali Banche centrali a livello globale. Ora la situazione è cambiata radicalmente e ci si attendono meno riduzioni a fronte di un’inflazione ancora forte e appiccicosa. Bloomberg Economics evidenzia che se anche la Fed cominciasse a tagliare costantemente il costo del denaro,
la morsa della politica monetaria sul mondo non si allenterebbe più di tanto. La misura di BE che calcola la misura aggregata del costo del denaro globale sembra destinata a
scendere di soli 100 punti base entro fine 2024. Inoltre, i ritardi della trasmissione dell’allentamento implicano che ci vorrà più tempo per vederne gli effetti sull’economia. Oltre ai prezzi, sul quadro generale pesano le elezioni presidenziali in USA ed un peggioramento delle tensioni geopolitiche.
Ma vediamo ora le attese sulla politica monetaria delle principali Banche centrali.
Fed
Le attese sono per tassi al 4,5% a fine 2024, con il primo taglio probabile al 60% a giugno e prezzato al 100% solo a settembre. I funzionari terranno sotto osservazione i dati del 2° trimestre per capire se l’inflazione è ancora diretta al target del 2%. Nell’ultimo periodo sono emerse preoccupazioni in merito al fatto che il recente incremento dei prezzi possa essere riconducibile ad uno stop dei progressi.
Molto dipenderà dai dati, dalla tempistica del primo taglio e dal numero totale di riduzioni. Un indebolimento inaspettato del mercato del lavoro o una pausa troppo lunga nei progressi dell’indice dei prezzi al consumo potrebbero modificare il quadro. Anna Wong di Bloomberg Economics vede 100 punti base di tagli e una disoccupazione al 4,7% entro fine anno. L’idea è che la Federal Reserve dovrà tagliare anche se l’inflazione veleggia intorno al 3%.
BCE
Le stime sono per una discesa del tasso di deposito al 3% entro fine anno, con il primo taglio visto quasi certamente a giugno. Probabilmente, l’istituto centrale europeo dovrà procedere al taglio prima della Fed, con il rischio di mettere in luce le differenze che potrebbero emergere nel costo dei prestiti su entrambe le sponde dell’Atlantico. Un indebolimento dell’euro che potrebbe derivare da questa decisione o un incremento dei prezzi del petrolio potrebbero mettere ancora più in difficoltà la BCE. David Powell di Bloomberg Economics ritiene che l’Eurotower taglierà a giugno, settembre, ottobre e dicembre.
BoE
I tassi dovrebbero scendere al 4% entro fine 2024, con un primo taglio ad agosto. Nel meeting di maggio il board dell’istituto centrale potrebbe segnalare un imminente cambiamento nella politica monetaria. Dan Hanson di Bloomberg Economics ritiene che la prima riduzione possa arrivare a giugno, con un taglio ogni riunione fino a fine 2024. Nel 2025 è invece atteso un rallentamento delle riduzioni, con l’istituto centrale che si avvicina alla neutralità.
BoJ
La BoJ dovrebbe alzare i tassi allo 0,5% entro fine anno, con un incremento da 10 punti base a giugno e uno a ottobre. La domanda chiave per la Banca centrale giapponese è relativa alla velocità della normalizzazione monetaria dopo essere uscita dal regime di tassi negativi e aver concluso il programma di allentamento monetario. La velocità degli incrementi del costo del denaro e di riduzione del bilancio dipenderà dalla fiducia dell’istituto in merito al percorso di inflazione stabile, con un segnale di rilievo che verrà fornito dalle proiezioni di aprile.
Fonte: Bloomberg