La BCE dovrebbe mantenere un atteggiamento accomodante

Secondo TS Lombard, i rischi al ribasso per crescita e inflazione dell’Eurozona sono molto più alti di quanto si potrebbe pensare. L’istituto centrale potrebbe ora ridurre il costo del denaro a giugno, per poi mettere in atto un’altra mossa a settembre.

In effetti, i calcoli Bloomberg sulle aspettative del mercato sono d’accordo con questa view e nel 2025 sono pienamente prezzate altre due riduzioni (a settembre c’è una probabilità del 66,2% circa). La causa principale sarà il ri-orientamento del commercio cinese verso l’UE e altri mercati di esportazione causato dalla guerra dei dazi.

Fonte: ricerca TS Lombard

Ci sono 3 motivi per cui i dazi riducono la crescita dell’Eurozona:

  1. Innanzitutto, le tariffe costituiscono uno shock negativo per la crescita mondiale. Oltre a questo, le regioni in surplus come Europa e Cina vedono ridurre l’accesso al più grande blocco di deficit commerciale. Ciò riduce la domanda di export e aumenta la pressione competitiva nei mercati terzi. Nel lungo periodo, questi impatti saranno ridotti grazie al ri-orientamento degli scambi da parte dei produttori.
  2. La seconda ragione risiede nello scetticismo in merito al fatto che l’Eurozona riuscirà a guadagnare quote di mercato nelle importazioni in USA per via dei dazi. Questo potrebbe avvenire solo nel caso in cui le tariffe alla Cina tornino a livelli proibitivi, ma dopo la tregua della settimana scorsa ciò diventa più difficile. Sembra quindi che il bilancio complessivo dei rischi di politica commerciale per l’UE sia peggiorato. A ciò si aggiunge il fatto che non è considerato il fatto che le merci cinesi possano entrare negli Stati Uniti attraverso il Sud-Est asiatico.
  3. Infine, un fattore negativo è rappresentato dalla forza dell’Euro, che rende più difficile un aumento della competitività.
Fonte: ricerca TS Lombard

In sintesi, il colpo stimato sul PIL UE nel 2025 va dal -0,3% al -0,5%.

L’impatto più significativo sarà sui prezzi, per via del ri-orientamento del commercio cinese: la sovraccapacità della Cina sarà deflazionistica per i beni core. Gli attuali livelli ridotti dei dazi sembrano già sufficienti a creare una nuova rotta del commercio.

Fonte: ricerca TS Lombard

La BCE, basandosi sui flussi commerciali bilaterali dal 2012 al 2023, stima che un calo del 10% dell’export cinese verso gli USA corrisponde a un incremento delle esportazioni del 2%/3% verso l’Eurozona.

La BCE deve anche a trovarsi a fare i conti con il mercato del lavoro più fragile dalla crisi del debito sovrano, anche nel settore dei servizi. A questo si aggiunge il fatto che i dazi danneggeranno i profitti delle aziende europee: il motore più importante della crescita occupazionale nel post-Covid.

Le imprese potrebbero decidere che l’accumulo di manodopera non è più fattibile.

Tutti questi motivi spingeranno la BCE a mantenere un atteggiamento dovish, con la guerra commerciale che sarà il motore della politica monetaria.

Fonte: ricerca TS Lombard

Condividi su

Informazioni sull'autore

Ti è piaciuto l'articolo ?

Non perderti neanche un contenuto, iscriviti subito alla newsletter gratuita di FreeFinance!

ISCRIVITI SUBITO