Rame: prezzi sotto pressione, ecco i motivi

Rispetto al 21 maggio, i prezzi del rame hanno registrato un deciso ribasso. Uno dei motivi delle vendite risiede nel fatto che il precedente rialzo è stato guidato più dagli speculatori che da chi il metallo lo utilizza. Da inizio aprile a metà maggio i futures sul rame a New York hanno segnato un incremento del 26,4% grazie alla scommessa di un deficit di offerta da parte degli operatori e dei CTA (Commodity Trading Advisor). A Londra invece, la posizione sull’LME è cresciuta da 5.300 a 71.900 lotti da gennaio a metà maggio. Questo ha contribuito a creare uno short squeeze. 

Il rally ha costretto molti acquirenti industriali a ritirarsi. Inoltre, diversi compratori si sono ritirati per via del ridimensionamento delle idee di una carenza. Per Max Layton di Citi, se i CTA continuassero a vendere, i prezzi del metallo rosso tornerebbero sui 9.000 dollari a tonnellata entro fine anno. 

Rimangono problematiche sul fronte dell’offerta, con i problemi minerari in Sudamerica e Africa che hanno portato StoneX a tagliare le stime sulla fornitura di 1,2 milioni di tonnellate. Sempre guardando le attese Citi, la domanda supererà l’offerta nel 2024 e si stima un deficit di 600mila tonnellate metriche nei prossimi 3 anni. Per Goldman Sachs, il deficit sarà di circa mezzo milione di tonnellate metriche solo nel 2024. 

Ci sono fattori che potrebbero ravvivare le forniture, come la riapertura di una delle maggiori miniere al mondo a Panama, chiusa per una sentenza del tribunale. Se ciò avvenisse, Deutsche Bank stima un surplus dell’1,8%.

In questo quadro, alcuni ritengono che l’offerta degli scarti del rame potrebbe oltrepassare le stime. Ad esempio la Cina ha aumentato le importazioni, arrivando a 1 milione di tonnellate metriche circa nei primi 5 mesi del 2024 (gli alti prezzi hanno reso più interessante recuperare il rame da diverse altre fonti, come gli elettrodomestici). 

Altri problemi arrivano dalla Cina, che consuma la metà dell’offerta di rame mondiale e sta affrontando il crollo del mercato immobiliare. Il peggioramento della produzione industriale ha portato le scorte del Paese al massimo dal 2020. 

Fonte: Wall Street Journal
Fonte immagine: Refinitiv

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