14 luglio 2023
Uno dei maggiori dibattiti sulle criptovalute - cosa debba o non debba essere considerato un titolo, una “security”, agli occhi delle autorità di regolamentazione statunitensi (di cui avevamo parlato anche qui: https://t.me/freefinancepro/430) - è diventato promettente per gli operatori in crypto su retail dopo una sentenza legale chiave emessa ieri. La battaglia giudiziaria durata tre anni tra Ripple Labs, lo sviluppatore della blockchain Ripple, e la SEC ha avuto una svolta importante, con un giudice federale che ha stabilito che il token XRP della rete era un titolo quando Ripple lo ha venduto agli investitori istituzionali alcuni anni fa - ma non al pubblico in generale. La motivazione principale del giudice distrettuale statunitense Analisa Torres è che gli investitori istituzionali avevano maggiori probabilità di essere consapevoli delle caratteristiche di XRP come titolo quando erano stati presentati da Ripple, ma i cosiddetti investitori programmatici - quelli che acquistano XRP direttamente su una borsa di criptovalute, come i trader al dettaglio - non erano altrettanto informati.
Sia Ripple che la SEC avrebbero ragione di considerare questo risultato come una potenziale vittoria, in quanto dà credito al dibattito da entrambe le parti. Ma estrapolare la decisione di Ripple come positiva per il resto del mercato delle criptovalute non è così semplice. Per cominciare, la decisione si è basata sulla comprensione delle criptovalute da parte degli investitori al dettaglio anni fa, durante un periodo che si è concluso nel 2020. A quel tempo, il Bitcoin valeva una frazione di quello che vale oggi e le autorità di regolamentazione stavano solo iniziando a formarsi un'opinione sullo spazio, cosa che ovviamente è cambiata. SEC potrebbe risolvere il problema del tribunale assicurandosi che ciò che conta come titolo sia chiaro al pubblico in futuro? Forse. Questa tattica è stata un tratto distintivo di molte delle cause intentate quest'anno dall'autorità di vigilanza contro società di criptovalute come Binance, Coinbase e Gemini, in cui sono stati citati alcuni token come MATIC di Polygon e ALGO di Algorand che un giorno potrebbero trovarsi di fronte allo stesso problema di XRP.
Ma la Corte non ha condiviso gran parte delle argomentazioni della SEC sul perché XRP fosse un titolo, citando il "test di Howey" della Corte Suprema. Tra questi, il fatto che agli acquirenti del mercato secondario non è mai stato promesso nulla da Ripple stessa, cosa che invece è vera per la maggior parte degli strumenti negoziati in borsa. Alcuni ritengono che questa decisione anticipata significhi che le accuse contro Coinbase e altri sull’aver quotato potenziali titoli senza autorizzazione potrebbero ora essere non valide, almeno per quanto riguarda la parte retail. Con la pubblicazione della notizia, le cryptovalute hanno festeggiato, così come le società legate a questo business. Coinbase, in particolare, ha segnato il +24,5% nella seduta di ieri ed è leggermente positiva in pre-market. L’azione YTD segna il +218% e ha superato i 100 dollari dopo essere stata a lungo sui 50$ e aver toccato minimi vicini ai 30$.
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