Con l’arrivo dell’ETF sul Bitcoin spot ha messo una società al centro dell’attenzione:
Coinbase.
La maggior parte degli emittenti si appoggia all’exchange per il funzionamento degli ETF, che fornisce servizi di custodia, prestito e trading. L’arrivo di una moltitudine di fondi che offrono commissioni ridotte sui veicoli di investimento sul Bitcoin potrebbe creare dei
problemi ai ricavi core dell’azienda, mentre alcuni analisti vedono l’eccessiva concentrazione in una sola entità di tutto il ciclo di vita del trade come
pericolosa. Il grande numero di ruoli di Coinbase è anche una
preoccupazione per la SEC stessa, che con l’azienda ha una battaglia legale aperta.
Alcuni emittenti hanno segnalato che la società potrebbe dover ridurre o limitare alcuni servizi offerti secondo le loro disclosure sui rischi. Da Coinbase si dice che il gruppo sta lavorando diligentemente per evitare conflitti di interesse, mentre i servizi di custodia della compagnia non sono oggetto di discussione con la SEC. Per quanto riguarda l’attività secondo cui gli emittenti possono prendere a prestito Bitcoin o liquidità da Coinbase per operazioni di breve termine, ci potrebbero essere dei colli di bottiglia dovuti dalla capacità di finanziamento dell’azienda.
Sul tema dei ricavi c’è chi è piuttosto pessimista. Gli analisti di Mizuho ritengono che i nuovi ETF potrebbero aggiungere solamente un 5%/10% al fatturato aziendale: 25-30 milioni in commissioni di custodia e 210 milioni di ricavi incrementali da trading di Bitcoin nella piattaforma. Non solo: alcune problematiche potrebbero arrivare anche per il fatto che i clienti potrebbero optare per la negoziazione in ETF al posto di quella sull’exchange, provocando minori entrate da commissioni. A ciò si aggiunge il fatto che le commissioni basse degli ETF porteranno ad una compressione delle fee per tutto il settore. Si deve poi considerare la competizione all’interno del business della custodia, con i conseguenti impatti sulle commissioni.
Su questo tema Coinbase potrebbe avere una posizione di vantaggio, visto che è un’azienda pubblica e, di conseguenza, più controllata.
Fonte: Bloomberg