🔷Ian Lyngen di BMO Capital Markets ritiene che i dati di oggi non offrono nulla di nuovo per il meeting della Fed della prossima settimana. Viene comunque evidenziato che il ritmo delle vendite al dettaglio nel 1° trimestre potrebbe accennare ad una situazione di stagflazione, anche se i dati sono ancora pochi;
🔷Chris Larkin di E*Trade evidenzia che le rilevazioni odierne rispecchino quelle dell’ultimo mese, ossia un’inflazione appiccicosa e segnali di debolezza nell’economia. Sarà da vedere se le attese di un taglio dei tassi più in là nel tempo rallenteranno il rally delle azioni.
🔷Jeff Roach di LPL Financial ha affermato che il consumatore ha ancora un po’ di capacità di spesa, ma le revisioni al ribasso indicano un rallentamento dell’economia.
🔷Bret Kenwell di Toro ha affermato che ci si potrebbe trovare di fronte al “bad news is good news”. Kenwell ritiene che è improbabile che la Fed voglia battere l’inflazione provocando una recessione. Si tratta quindi di decidere quando tagliare i tassi, probabilmente a giugno.
🔷Michael Shaoul di Marketfield Asset Management ritiene che è terminato il vento di coda dell’inflazione transitoria che si allontanava dall’economia USA. I prezzi dei fattori di produzione potrebbero essere ora neutrali nel riportare l’inflazione al 2%. Se il rally delle materie prime prendesse piede, questo elemento potrebbe diventare un ostacolo nel corso del 2024.
🔷Peter Boockvar di Boock Report ha detto che l’atterraggio morbido verso un’inflazione al 2% continua ad essere accidentato. Boockvar si aspetta un’ulteriore decelerazione dei prezzi dei servizi per una moderazione dei canoni di locazione, mentre quelli dei beni potrebbero aver raggiunto il loro punto più basso.
Fonte: Bloomberg