Gli investitori in azioni statunitensi forniscono una grande importanza alla stabilità dei dividendi, tanto che ci sono delle vere e proprie categorie che ne stabiliscono una sorta di standing. Due di queste classi sono i “dividend aristocrats” e i “dividend kings”.
Dividend Aristocrats: cosa sono e come identificarli
Una società viene definita dividend aristocrats se paga un dividendo crescente agli azionisti. Questo incremento deve essere costante da almeno 25 anni. L’idea alla base del ragionamento è che questo tipo di aziende sono piuttosto rare e presentano attività stabili. I prodotti tendenzialmente sono a prova di recessione e dunque i ricavi sono relativamente stabili anche in caso di periodi di difficoltà dell’economia.
La definizione esclude quindi le società con un business rischioso come le start-up e gran parte di quelle tech. Oltre a ciò, dividendi così stabili indicano che probabilmente la compagnia osservata ha un vantaggio competitivo importante rispetto alle altre.
Ci sono anche dei possibili svantaggi. Bisogna considerare che la distribuzione dei dividendi implica che parte dei profitti non viene reinvestita nell’azienda. Pertanto, un gruppo che paga dividendi troppo elevati potrebbe perdersi opportunità di crescita. I manager potrebbero sfruttare l’arma delle cedole per distrarre gli investitori da una crescita anemica del titolo.
Per avere una comodità di dati, consideriamo l’ETF ProShares S&P 500 Dividend Aristocrats, che si concentra sui DA dell’S&P 500. La composizione settoriale riportata da Refinitiv è la seguente:
- Industriale (23,81%);
- Beni di consumo non ciclici (22,46%);
- Finanziari (13,01%);
- Materiali base (12,19%);
- Sanitario (8,86%);
- Consumi discrezionali (6,12%);
- Tecnologico (4,46%);
- Utility (4,27%);
- Energetico (3,01%).
Fonte: Refinitiv
La composizione, al 19 aprile 2024 è la seguente: