Economia a forma di K: cosa significa e perché se ne parla ancora

A partire dal 2020, si è iniziato a parlare di ripresa a forma di K riferendosi all’economia USA. Il concetto riprende il nickname dell’utente X Ivan The K ed è stato approfondito dall’economista Peter Atwater.

Prima della K, le riprese economiche erano spesso descritte con altre lettere:

  • V-shape: crollo rapido seguito da ripresa altrettanto veloce;
  • U-shape: ripresa più lenta e graduale;
  • L-shape: stagnazione prolungata dopo la crisi.

La logica dietro la K

Entrando nello specifico: la parte superiore della K era rappresentata dai colletti bianchi, che potevano continuare a lavorare anche da casa o dal luogo in cui preferivano, mentre la parte inferiore c’erano i colletti blu, che si sono trovati ad affrontare un blocco forzato.

I segnali nelle aziende

Da dopo la pandemia il concetto ha preso ancor più significato. Una prova di questo la si può vedere dalle trimestrali: mentre le società del lusso e le banche hanno registrato risultati positivi, quelle che si affacciano al consumatore appartenente alla parte inferiore della K soffrono.

Dopo il crollo di Tricolor Holdings e First Brands Group, Jamie Dimon ha detto che probabilmente ci sono altri “scarafaggi”, riferendosi ad altre aziende che sono in difficoltà anche se l’economia nel suo complesso appare forte.

Altri esempi sono citati da Deutsche Bank e Bank of America, secondo cui il settore aereo low cost e gli alberghi più economici sono in maggiore difficoltà rispetto a quelle aziende dei rispettivi comparti riferiti ad una clientela con reddito maggiore.

La K nei dati macro

Segnali di K sono visti anche sui dati macro. L’inflazione ha colpito i consumatori più deboli: questo si osserva in particolar modo sui prezzi dei prodotti alimentari.

I salari stanno mostrando altri segnali preoccupanti, in quanto i dati del WageTracker della Federal Reserve di Atlanta evidenziano come gli aumenti salariali del quartile di reddito maggiore hanno superato quelli del quartile inferiore.

Alcuni analisti ritengono che la ripresa a forma di K non sia necessariamente una brutta cosa, in quanto le fasce di popolazione più povere trarrebbero vantaggio dai tassi più bassi della Fed, così come i ricchi che detengono asset.

Le responsabilità della Fed

Per l’economista Claudia Sahm, la Fed ha contribuito a creare questa biforcazione dell’economia con i tassi a livelli restrittivi. L’analisi dei dati sull’utilizzo delle carte di credito condotta dalla Fed di Boston mostra che dal 2022, quando la Banca centrale ha aumentato i tassi, la spesa corretta per l’inflazione dei consumatori a basso reddito è rimasta invariata, con i più ricchi che hanno trainato la crescita complessiva della spesa reale.

Altre ricerche hanno messo in luce che un aumento di un punto percentuale del tasso annuo effettivo globale di una carta di credito riduceva la spesa complessiva con questo metodo di pagamento del 9% nel corso del mese successivo. Il calo ha colpito molto di più coloro con un saldo scoperto o con un punteggio di credito basso.

L’aumento dei tassi colpisce anche in maggior modo le aziende più piccole o che dipendono dal finanziamento del debito. I dati NFIB sugli small businesses mostrano che i piani di spesa dei prossimi sei mesi rimangono bassi rispetto ai livelli pre-Covid.

Fonte: Bloomberg

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