02 novembre 2023
Un interessante studio della BCE mette in evidenza come tra fine 2019 e il 2° trimestre 2023 le famiglie dell’Eurozona hanno accumulato 1.000 miliardi di euro in più rispetto a quanto avrebbero fatto senza le chiusure pandemiche e i sussidi governativi. Il report cerca di comprendere cosa potrebbe accadere nel comportamento dei consumi ora che il Covid è alle spalle. A livello di tempistiche, l’eccesso di risparmi ha iniziato ad accumularsi in particolar modo nel 2° trimestre 2020, specie a causa del calo della spesa dei consumi e dall’aumento dei trasferimenti fiscali. Nel 2° trimestre 2022, con l’accelerazione dell’inflazione, i consumi privati sono cresciuti oltre il trend pre-pandemico pesando sul risparmio in eccesso. L’ammontare di quest’ultimo non è tuttavia variato, in quanto i redditi sono iniziati a salire oltre la tendenza precedente alla pandemia, compensando l’andamento dei consumi privati. In generale emerge come le famiglie stiano trattenendo i risparmi accumulati nella pandemia, senza utilizzarli per compensare completamente la perdita dei consumi.
Ma dove è andato questo denaro? Dopo la pandemia le famiglie dell’Eurozona hanno investito i risparmi in eccesso in contanti, depositi bancari e altre attività finanziarie. Nel 2021 le prime due forme di allocazione sono scese sotto la tendenza pre-Covid, mentre le altre attività finanziarie e gli investimenti in abitazioni hanno continuato a sovraperformare. Questa tendenza ha accelerato di recente, probabilmente per via dell’aumento dei tassi che rende meno interessante detenere liquidità preferendo alternative come la riduzione del debito o attività più redditizie. Chi detiene il risparmio in eccesso? Circa la metà è in mano al quintile di reddito più alto, mentre il 20% inferiore ne detiene meno di un 10%. I risultati sono coerenti con le prove che mostrano che le famiglie più ricche sono state meno colpite dalla pandemia in termini di reddito. Inoltre, hanno una minore propensione marginale al consumo. In questo quadro, tale eccesso di risparmio sembra destinato a rimanere fermo e custodito per gli imprevisti, quindi non è verosimile pensare che possa sostenere un’impennata dei consumi.
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