Eurozona: stime di crescita troppo ottimistiche

Le continue sorprese a ribasso dei dati economici dell’Eurozona sono in linea con la view di TS Lombard di un peggioramento della stagnazione ciclica e con i rischi tecnici di recessione. Gli analisti giudicano troppo ottimistiche le previsioni di crescita istituzionali e private e hanno tagliato le stime per il 2023 dallo 0,6% al range 0,4%/0,5% e quelle sul 2024 dallo 0,8% all’intervallo 0%-0,5%. Fonte: ricerca TS Lombard In generale, la ripresa economica dell’Eurozona è basata tendenzialmente su due fattori: il primo è relativo ai segnali di ripresa del ciclo manifatturiero globale, il secondo riguarda il processo di disinflazione e una crescita ritardata dei salari nominali, elemento che dovrebbe alimentare i consumi con la crescita dei redditi reali delle famiglie. TS Lombard ha affermato di non vedere un catalizzatore per la prima ipotesi, mentre la seconda dovrebbe essere soppesata in un contesto di eccessivo irrigidimento da parte della BCE e da un impulso fiscale negativo. Vi è anche da considerare il rischio di hard landing in USA, il quale getterebbe l’Eurozona in una vera e propria recessione nel 2024. I PMI flash mostrano che c’è il pericolo di una contrazione del PIL anche nel 4° trimestre dopo il -0,1% del 3° trimestre (anche se si tratta della stima preliminare). In questo quadro la BCE potrebbe decidere di tagliare i tassi prima, in quanto la disinflazione sta accelerando, la domanda sta evaporando in tutti i settori e i Paesi del blocco, i timidi segnali di forza economica USA sono lontani dall’indicare che il ciclo industriale europeo stia per invertire la rotta e la trasmissione della politica monetaria è sempre più forte. L’orientamento della Fed di tassi alti più a lungo è incoerente con quello dell’Eurotower, considerando le differenze nella risposta della politica fiscale e nel mercato del lavoro. Fonte: ricerca TS Lombard

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Dichiarazioni Bowman e Logan (Fed) su livello tassi ed economia USA

  • Michelle Bowman, esponente del board della Fed, ha detto che l’istituto centrale dovrà probabilmente alzare i tassi di interesse se i dati dovessero mostrare progressi insufficienti sul percorso dell’inflazione verso il target. In particolare, l’inflazione dei servizi potrebbe rivelarsi ostinata e i prezzi dell’energia potrebbe vanificare parte degli sforzi fatti. Per Bowman il costo del denaro sembra restrittivo e non sa ancora come l’irrigidimento delle condizioni finanziarie influenzerà l’economia e i prezzi.
  • Lorie Logan, Presidente della Fed di Dallas, ha affermato di essere stata favorevole a lasciare i tassi fermi la scorsa settimana, al fine di poter valutare se le condizioni finanziarie sono abbastanza rigide da far scendere l’inflazione. Per Logan, il dato resta troppo alto e sta tendendo al 3% più che al 2%. Inoltre, il mercato del lavoro resta eccessivamente teso e ci sarà bisogno di condizioni finanziarie rigide per portare i prezzi al target in modo veloce e sostenibile. Logan ha ribadito la dipendenza dai dati e che si aspetta una flessione della crescita economica. Infine, ha posto il focus sul motivo per cui stanno salendo gli yield a lungo termine: se il motivo è per l’aumento dei premi a termine, il rialzo potrebbe fare parte del lavoro della Fed; se invece è per la forte crescita economica, la Federal Reserve dovrà assecondare le aspettative.

Dichiarazioni Kazaks, Nagel, Makhlouf e Lane (BCE) su politica monetaria

  • Martins Kazaks, Presidente della Banca centrale lettone, ha detto che la BCE potrà tagliare i tassi una volta che sarà sicura di un ritorno dell’inflazione al target del 2%. A livello di tempistiche, la metà del 2024 potrebbe essere il momento di pensare ad abbassare il costo del denaro.
  • Joachim Nagel, Presidente della Bundesbank, ha detto che la BCE dovrà tenere sotto stretto controllo i fattori che potrebbero mantenere alta l’inflazione, in particolare la crescita dei salari e la diminuzione dell’offerta di lavoro. Nagel ha ribadito che la scelta dell’istituto di mantenere fermi i tassi nell’ultimo meeting è giustificata dal fatto che è stato raggiunto un “ragionevole grado di restringimento” e l’inflazione è scesa. In un discorso successivo, Nagel ha sottolineato che l’ultima parte del percorso di disinflazione potrebbe essere la più dura, con le maggiori difficoltà che devono ancora essere affrontate. Per Nagel, le imprese dovranno assorbire parte degli aumenti salariali giustificati e convivere con margini di profitto inferiori. I Governi dovranno invece adottare una politica fiscale restrittiva. 
  • Gabriel Makhlouf, Presidente della Banca centrale irlandese, ha detto che tutta l’entità della stretta monetaria non si è ancora trasmessa all’economia. Makhlouf, evidenzia che l’economia e il sistema finanziario si stanno adattando ai cambiamenti dei tassi delle Banche centrali. Inoltre mentre alcuni rischi stanno svanendo, altri stanno emergendo.
  • Philip Lane, Capeconomista della BCE, ha affermato che i progressi fatti per spingere al ribasso l’inflazione core non sono sufficienti. Lane ha detto di non essere confortato dalla flessione del dato headline, in quanto è dovuta per gran parte dall’inversione dei prezzi dell’energia dell’anno prima. Le attese sono per una crescita dei prezzi intorno al 3% nel 2024, per poi passare al target del 2% nel 2025.

Per il FMI la BCE dovrebbe mantenere i tassi ai livelli attuali per tutto il 2024

Il Capo del dipartimento europeo del Fondo Monetario Internazionale, Alfred Kammer, ha detto che il tasso di deposito della BCE dovrebbe restare al 4% per tutta o buona parte del 2024. Per Kammer, un taglio prematuro del costo del denaro potrebbe richiedere una politica più restrittiva in futuro. Un mercato del lavoro troppo rigido potrebbe far slittare il raggiungimento del target inflazionistico al 2026, con i rischi che sono orientati verso aumenti dei prezzi più persistenti. Un possibile aiuto alla limitazione delle pressioni sui prezzi arriverebbe dalla crescita economica complessiva un po’ più debole del previsto. Kammer ritiene ancora possibile un soft landing per l’Eurozona.

BCE: crescono le aspettative di inflazione per i consumatori dell'Eurozona

Dall’ultimo sondaggio della BCE relativo a settembre, le aspettative di inflazione dei consumatori dell’Eurozona sono cresciute passando dal 3,5% al 4% per i prossimi 12 mesi. Le previsioni a 3 anni sono rimaste ferme al 2,5%. Le prospettive di crescita economica a 1 anno sono passate dal -0,8% al -1,2%, mentre quelle relative alla disoccupazione sono salite dall’11,1 all’11,4%.

Dichiarazioni Wunsch (BCE) su livello dei tassi

Pierre Wunsch, Presidente della Banca centrale del Belgio, ha affermato che la prospettiva di nuovi aumenti dei tassi da parte della BCE si sta allontanando e potrebbe non avverarsi se non si dovesse registrare uno shock dei prezzi energetici. Per Wunsch, l’economia dell’Eurozona è sulla buona strada per riuscire ad archiviare il soft landing. I rischi sulla crescita sono comunque inclinati verso il basso e c’è il pericolo di entrare in una forma debole di stagflazione.

Dichiarazioni Cook (Fed) su rischi geopolitici e inflazione

Lisa Cook, esponente del board della Fed, ha detto che i rischi geopolitici potrebbero innescare varie ricadute sui mercati globali, tra cui un aumento dell’inflazione. Cook ha ribadito di monitorare con attenzione le vulnerabilità delle istituzioni finanziarie non bancarie.

USA: tassi ipotecari a 30 anni registrano il calo più grande da oltre un anno

In USA, il tasso ipotecario medio sui mutui a 30 anni ha raggiunto il 7,61%, registrando il calo più importante da oltre un anno. Per Thomas Ryan di Capital Economics, i tassi ipotecari potrebbero aver raggiunto il loro picco e scendere in modo costante per i prossimi due anni. Tuttavia, non ci si aspetta una discesa sotto il 6% prima di fine 2025.

Le azioni sotto la lente

  • Bernstein ha tagliato il target su ENI da 42 a 41 dollari
  • Secondo quanto riportato da Reuters, Amazon starebbe investendo milioni di dollari nell’addestramento di un modello linguistico di grandi dimensioni, chiamato Olympus, per competere con quelli di OpenAI e Alphabet. Le indiscrezioni mettono in luce come il modello di Amazon abbia 2.000 miliardi di parametri, mentre GPT-4 ne ha 1.000 miliardi.
  • HSBC ha alzato il target su ENI da 15,3 a 16,9 euro
  • Bank of America ha tagliato il target su Banco BPM da 6,5 a 6,3 euro, abbassando il giudizio da buy a neutral
  • Amazon ha annunciato che i clienti Prime in USA potranno aggiungere al loro abbonamento un servizio di assistenza sanitaria virtuale ad un costo supplementare di 9 dollari al mese o 99 l’anno. Con questo servizio, implementato oltre un anno dopo l’accordo per l’acquisto di One Medical, si potrà accedere virtualmente a medici 24 ore su 24, prenotare appuntamenti online, rilasciare cartelle cliniche, rinnovare le prescrizioni mediche e avere riferimenti a degli specialisti. Si consideri che di norma un abbonamento a One Medical costa 199 dollari l’anno e Amazon lo aveva offerto in precedenza ai clienti Prime a 144 dollari per il primo anno.
  • Bloomberg riporta come ENI si sta avvicinando alla vendita di una quota poco inferiore al 10% di Plenitude a Energy Infrastructure Partners per circa 750 milioni di euro. L’operazione, che potrebbe essere annunciata a fine novembre, potrebbe vedere l’unità green del gruppo valutata 8 miliardi di euro.

Le trimestrali di giornata

Trimestrale BANCO BPM

  • Ricavi: 1,367 miliardi di euro, attese a 1,338 miliardi (dati Refinitiv)
  • EPS: 0,21 euro, stime a 0,19 euro (dati Refinitiv)
  • Reddito netto da interessi: 686,67 milioni di euro, previsioni a 848 milioni (dati Refinitiv)
  • Nell’ambito della tassa sugli extra-profitti, l’istituto dovrebbe destinare a riserva 2,5 volte l’imposta
  • Banco BPM ha accelerato il processo di derisking aumentando gli obiettivi di cessione da 700 a 900 milioni di euro
  • Rispetto a fine 2022, lo stock di crediti deteriorati netti + sceso del 16,3%, arrivando a 1,97 miliardi di euro
  • Il CET1 ratio è passato dal 12,8% del 31 dicembre 2022 al 14,3%
  • La società si aspetta un EPS di oltre 0,80 euro nel 2023, che potrebbe crescere a circa 0,90 euro nel 2024. Il reddito netto da interessi è visto a circa 3,25 miliardi di euro per l'intero 2023. Il prossimo 12 dicembre verrà presentato il nuovo piano industriale con i target di redditività e di remunerazione degli azionisti aggiornati

Trimestrale ENEL

  • Ricavi: 23,404 miliardi di euro, attese a 26,208 miliardi (dati Refinitiv)
  • EPS: 0,17 euro, stime a 0,26 euro (dati Refinitiv)
  • EBITDA: 5,647 miliardi di euro contro previsioni a 5,226 miliardi (dati Refinitiv)
  • Il debito netto si aggira intorno ai 57 miliardi di euro
  • Per l’intero anno il gruppo si attende un EBITDA tra 21,5 e 22,5 miliardi di euro (dai precedenti 20,4-21 miliardi) e un utile netto tra 6,4 e 6,7 miliardi (da 6,1-6,7). Il 22 novembre sarà presentato il nuovo piano strategico

Trimestrale OCCIDENTAL PETROLEUM

  • Ricavi: 7,208 miliardi di dollari, stime a 6,957 miliardi (dati Refinitiv)
  • EPS: 1,18 dollari su 0,84 dollari previsti (dati Refinitiv)
  • EBITDA: 3,846 miliardi di dollari, attese a 3,393 miliardi (dati Refinitiv)
  • La società ha alzato la guidance sulla produzione annuale a 11 MBOED
  • Il gruppo ha raggiunto il 60% del programma di buyback da 3 miliardi di dollari
  • La società ha formato una joint venture con BlackRock, che investirà 550 milioni di dollari nell’impianto di cattura diretta del carbonio di OXY nel Texas occidentale

Trimestrale MUNICH RE

  • Ricavi: 14,46 miliardi di euro, stime a 16,036 miliardi (dati Refinitiv)
  • EPS: 8,61 euro, in linea con le attese Refinitiv
  • EBIT: 1,776 miliardi di euro, previsioni a 1,551 miliardi (dati Refinitiv)
  • La società ha migliorato la guidance per l’utile netto 2023 portandola da 4 a 4,5 miliardi di euro. Per il business riassicurativo, il gruppo si aspetta un profitto di circa 3,8 miliardi (attese precedenti a 3,3 miliardi) e un fatturato assicurativo di circa 38 miliardi di euro (da 39 miliardi).
  • Nell’ambito del segmento riassicurativo property-casualty, il gruppo si aspetta per il 2023 un combined ratio netto all’85% contro un precedente 86%, mentre nel business ERGO i ricavi assicurativi sono visti in miglioramento da 19 a 20 miliardi di euro

Trimestrale DEUTSCHE POST

  • Ricavi: 19,398 miliardi di euro, previsioni a 20,601 miliardi (dati Refinitiv)
  • EPS: 0,68 euro, stime a 0,66 euro (dati Refinitiv)
  • EBITDA: 2,49 miliardi di euro, attese a 2,431 miliardi (dati Refinitiv)
  • Il gruppo ha dichiarato che sui risultati hanno pesato la debolezza dello sviluppo economico globale e la normalizzazione del comparto del trasporto merci. Inoltre un contributo negativo è stato dato dal calo dei volumi e delle tariffe di trasporto, dagli effetti di cambio e dei costi del carburante
  • Per l’intero anno il gruppo si aspetta un EBIT a 6,6 miliardi in caso di un recupero dell’economia nell’ultima parte dell’anno. Se ciò non avvenisse, le attese sono per un EBIT a 6,2 miliardi

Trimestrale BAYER

  • Ricavi: 10,342 miliardi di euro contro 10,59 miliardi stimati (dati Refinitiv)
  • Gli EPS core sono scesi del 66,4% su base annuale a 0,38 euro, prevalentemente a causa alla flessione degli utili della divisione Crop Science
  • L’EBITDA adjusted si è attestato a 1,685 miliardi di euro, sotto le stime a 1,725 riportate sul sito di Bayer
  • Al fine di accelerare il processo decisionale, il gruppo ha dichiarato che entro la fine del 2024 eliminerà alcuni livelli di management
  • Bayer sta valutando anche di separare la divisione Consumer Health o Crop Science. Bill Anderson, AD dell’azienda, ha detto che le opzioni vano dal mantenimento dell’IPO allo spin-off senza raccolta di liquidità, anche se non verranno svelati ulteriori dettagli fino a marzo
  • La società ha detto di avere fiducia nelle previsioni finanziarie per il 2023, anche se è necessario che ci sia un 4° trimestre forte. Per il 2024 le attese sono per una prospettiva di crescita debole e continue sfide

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