Fed: ecco perché non va escluso un taglio a maggio

Refinitiv si aspetta che il primo taglio dei tassi da parte della Fed avverrà a giugno con il 65,4% di probabilità. Goldman Sachs evidenzia che, a dispetto degli ultimi dati su inflazione e prezzi alla produzione che hanno sorpreso al rialzo, si potrebbe assistere all’avvio del percorso di riduzione del costo del denaro a maggio

GS vede la principale componente dell’inflazione, gli owners’ equivalent rent, continuerà a sovraperformare l’inflazione degli affitti quest’anno per via dei prezzi delle case elevati. Questo però non dovrebbe impedire al CPI di tornare al target entro fine anno. Oltre all’attesa di una diminuzione del gap tra OER e affitti, gli analisti si aspettano una ripresa del trend discendente a febbraio della componente dei servizi non abitativi. 

Il PCE core dovrebbe scendere a sufficienza per consentire alla Fed di continuare a tagliare. I dati di febbraio saranno importanti, in quanto consentiranno di capire se quanto avvenuto a gennaio è un fenomeno temporaneo o meno.

Le attese per la Bank of England



E per quanto riguarda il Regno Unito? Goldman Sachs vede il primo taglio da parte della BoE a giugno. Questo perché gli indicatori chiave sulla persistenza dell’inflazione sono stati più solidi del previsto di recente. Gli analisti ritengono comunque che la Bank of England taglierà molto più velocemente di quanto si attenda il mercato, in quanto la crescita dei salari è prevista in rallentamento nei prossimi mesi, la crescita rimarrà sotto il trend e l’inflazione sottostante scenderà grazie alla flessione dei prezzi dell’energia. Sono dunque visti cinque riduzioni consecutive da 25 punti base, con un tasso di riferimento al 3% a giugno 2025.

Fonte: ricerca Goldman Sachs

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