Dai verbali della riunione del FOMC del 12-13 dicembre 2023 si legge come i
componenti del board abbiano avuto
maggiori convinzioni che l’inflazione sia sotto controllo, evidenziandone i chiari progressi. Ad essere aumentate sono le
preoccupazioni per i potenziali pericoli economici di una politica monetaria eccessivamente restrittiva, anche se questa andrà mantenuta fino a quando l’inflazione non sarà scesa in modo sostenibile verso l’obiettivo. Per la maggior parte dei partecipanti al meeting, la politica sta avendo l’impatto desiderato e continuerà a farlo frenando la spesa di famiglie e imprese e riportando l’inflazione al target. La Fed potrebbe quindi essere arrivata ad un
compromesso tra il controllo dei prezzi e il mantenimento di alti tassi di occupazione, mentre i tassi sono arrivati al massimo (o vicini) per l’attuale ciclo. I funzionari ritengono che una
fascia più bassa per i tassi possa essere raggiunta entro fine 2024, anche se non sono state espresse tempistiche. Per i partecipanti al meeting, vi è un grado di incertezza elevato sulle prospettive e non possono essere esclusi altri aumenti dei tassi. Infine è stata ribadita la dipendenza dei dati per le prossime decisioni. Gli occhi sono ora puntati al prossimo meeting dell’istituto centrale USA,
previsto per il 30 e 31 gennaio.
Dopo la pubblicazione dei verbali, le quotazioni dell'S&P 500 segnano il -0,33%, quelle del Dow Jones il -0,28% e quelle del NASDAQ 100 il -0,57%. I rendimenti del decennale USA cedono invece il -1,18%, al 3,897%. Le attese del mercato misurate da Refinitv mostrano una probabilità del 72,5% per un taglio del costo del denaro a marzo.