Giugno: attenzione agli indici europei

Dopo un maggio decisamente positivo, le quotazioni dei principali indici di Borsa europei e statunitensi si apprestano ad entrare nel mese peggiore dell’anno: giugno. Guardando alla sola stagionalità, sembrerebbe che il detto “sell in may and go away” non sia del tutto sbagliato. Se poi si considerano i vari elementi di incertezza dovuti alla guerra commerciale, la cautela è d’obbligo. Come ogni mese, pubblichiamo il consueto studio sull’andamento tipico degli indici azionari.

Le rilevazioni su S&P 500 e Dow Jones partono dal 1931, quelle sul NASDAQ 100 dal 1985, quelle sul FTSE Mib dal 1998, quelle sul DAX dal 1960 e quelle sul CAC 40 dal 1988. I dati sono stati reperiti da Refinitiv e Bloomberg.

L’S&P 500 tende a comportarsi bene anche in questo mese, chiudendo in positivo il 58,51% delle volte. La performance media positiva è del +3,62%, quella negativa del -3,02% e quella generale del +0,91%.

Il Dow Jones ha visto giugno sopra la pari il 51,06% delle volte, elemento che evidenzia incertezza. La variazione media positiva è del +3,81%, quella negativa del -2,71% e quella generale del +0,62%.

La situazione è simile per il NASDAQ 100, che è riuscito ad archiviare nel 52,5% delle volte un risultato positivo. La performance negativa media è stata del -4,16%, mentre quella generale del +0,7%.

La situazione cambia radicalmente in Europa. Il FTSE Mib a giugno è restato in positivo solo nel 25,93% dei casi, con una media del +5,75%. Nelle volte in cui si è verificata una chiusura sotto la parità, la variazione media è stata del -4,33%, mentre la media generale è del -1,71%.

Per il DAX invece, le chiusure sopra la pari sono state il 46,15%. La performance positiva media è del 4,21%, quella negativa del -3,77% e quella generale del -0,09%.

Infine, Il CAC 40 ha chiuso giugno in positivo nel 46,15% delle volte, con il +4,21% medio. Le variazioni negative medie sono state del -3,77%, mentre la media generale è stata del -0,09%.

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