01 dicembre 2023
Ieri l’inflazione dell’Eurozona è scesa ulteriormente, arrivando al 2,4% (https://t.me/freefinancepro/1957). Con le prossime misurazioni, si potrebbe però assistere ad un rimbalzo del dato. Credit Agricole si aspetta che già a dicembre 2023 si verifichi un rimbalzo sopra il 3% con effetti base positivi, perlopiù a causa del sussidio tedesco arrivato a dicembre 2022 al fine di ridurre le bollette energetiche prima della stagione natalizia. Per il 2024 la discesa potrebbe non essere così scontata, tanto che l’indice dei prezzi al consumo potrebbe rimanere intorno al 3% per tutto l’anno (CA si aspetta un 2,9% dell’headline e un 2,6% della core). Gli analisti identificano 4 motivi principali che sosterranno i prezzi:
1️⃣Il primo è relativo alla rimozione delle misure di sostegno implementate per far fronte alla crisi energetica del 2022.
2️⃣Il secondo implica un rimbalzo dei prezzi dell’energia. In particolare, le pressioni del petrolio e del gas naturale sono superiori rispetto a quelle esercitate solo sei mesi fa.
3️⃣L’inflazione alimentare è ancora distante dalla fine, sebbene sia rallentata notevolmente. CA vede la rilevazione attestarsi intorno al 3,5%, sostenuta da prezzi alla produzione ancora elevati, dagli eventi atmosferici, dall’aumento dei prezzi dell’energia e da un maggior costo del lavoro per produttori e rivenditori di generi alimentari.
4️⃣La rigidità del mercato del lavoro e la dinamica dei salari. Gli analisti evidenziano come le trattative salariali per il 2024 indichino aumenti tra il 4% e il 4,5% (in linea con il 4,3% previsto dalla BCE).
A sostegno di una flessione dell’inflazione ci sono invece tre elementi:
1️⃣Gli effetti base cumulati saranno meno forti e più volatili nel 2024, ma resteranno presenti. L'impatto stimato sull’inflazione è di 2,4 punti, ben al di sotto dei 7,6 del 2023.
2️⃣Una prosecuzione della riduzione delle tensioni sulle catene di approvvigionamento. Il rischio è relativo alle tensioni geopolitiche.
3️⃣Gli effetti residui della politica monetaria restrittiva, che tende ad operare con un ritardo di 18 mesi. Questo elemento potrebbe rallentare i consumi, portando le aziende a ridurre i prezzi. L’aumento dei salari reali potrebbe invece compensare questi effetti.
Secondo Credit Agricole, i fattori a sostegno dell’inflazione sono troppo numerosi per permettere al dato di tornare al 2% nel 2024.
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