31 agosto 2023
Nel corso del 2023, il focus sul rally del comparto tecnologico basato sull’accelerazione del megatrend dell’intelligenza artificiale ha oscurato un settore ancora più interessante: quello del lusso francese. Questo viene messo in evidenzia in un recente studio di BCE Research, che evidenzia come negli ultimi decenni le azioni francesi dei beni di lusso hanno fatto meglio del tech USA in termini di performance dei prezzi, di utile e di rendimento totale.
Gli analisti notano tre elementi che differenziano il mercato dei beni di lusso rispetto agli altri:
🔷L’elasticità della domanda al prezzo superiore a 1: ciò implica che un aumento del prezzo stimola la domanda, provocando un forte potere di determinazione del pricing da parte delle società;
🔷Una dipendenza minore dai volumi di vendita, in quanto un eccesso diminuirebbe una delle caratteristiche fondamentali che sostengono il mercato: l’esclusività;
🔷Enormi barriere all’entrata date dal tempo necessario a costruire il prestigio del marchio.
Un altro elemento interessante è la capacità dei consumatori di assorbire gli aumenti dei prezzi. I dati interessanti arrivano dal Cost of Living Extremely Well Index (CLEWI) misurato da Forbes, che traccia dal 1982 un paniere di beni e servizi di lusso (una sorta di indice dei prezzi al consumo per miliardari). Dal 1982 al 2022, il CLEWI è aumentato ogni anno a differenza dell’inflazione generale, senza tenere il passo con la forte crescita della ricchezza dei componenti alla Forbes 400.
BCA mette in evidenza un altro aspetto spesso trascurato: il vero rischio per il settore del lusso che non deriva dal rallentamento economico, bensì dalla fine dell’aumento strutturale dei super-ricchi. Tuttavia, la stessa disruption dell’AI è considerata capace di aumentare la quota di super ricchi.
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