08 novembre 2023
Le continue sorprese a ribasso dei dati economici dell’Eurozona sono in linea con la view di TS Lombard di un peggioramento della stagnazione ciclica e con i rischi tecnici di recessione. Gli analisti giudicano troppo ottimistiche le previsioni di crescita istituzionali e private e hanno tagliato le stime per il 2023 dallo 0,6% al range 0,4%/0,5% e quelle sul 2024 dallo 0,8% all’intervallo 0%-0,5%. In generale, la ripresa economica dell’Eurozona è basata tendenzialmente su due fattori: il primo è relativo ai segnali di ripresa del ciclo manifatturiero globale, il secondo riguarda il processo di disinflazione e una crescita ritardata dei salari nominali, elemento che dovrebbe alimentare i consumi con la crescita dei redditi reali delle famiglie. TS Lombard ha affermato di non vedere un catalizzatore per la prima ipotesi, mentre la seconda dovrebbe essere soppesata in un contesto di eccessivo irrigidimento da parte della BCE e da un impulso fiscale negativo. Vi è anche da considerare il rischio di hard landing in USA, il quale getterebbe l’Eurozona in una vera e propria recessione nel 2024. I PMI flash mostrano che c’è il pericolo di una contrazione del PIL anche nel 4° trimestre dopo il -0,1% del 3° trimestre (anche se si tratta della stima preliminare). In questo quadro la BCE potrebbe decidere di tagliare i tassi prima, in quanto la disinflazione sta accelerando, la domanda sta evaporando in tutti i settori e i Paesi del blocco, i timidi segnali di forza economica USA sono lontani dall’indicare che il ciclo industriale europeo stia per invertire la rotta e la trasmissione della politica monetaria è sempre più forte. L’orientamento della Fed di tassi alti più a lungo è incoerente con quello dell’Eurotower, considerando le differenze nella risposta della politica fiscale e nel mercato del lavoro.
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