Il focus sulla ricerca - USA: rischio recessione ancora elevato nel 2024

Il focus sulla ricerca - USA: rischio recessione ancora elevato nel 2024

Per JP Morgan, nel 2024 l’economia USA continuerà ad uscire dall’ombra della pandemia: alcune delle leggi economiche che erano state sospese potrebbero farsi vedere nuovamente. Gli analisti si aspettano che il ciclo di aumenti del costo del denaro inizierà a rallentare la crescita, soprattutto quando i benefici fiscali inizieranno ad affievolirsi. Sul tema inflazione, gli esperti ritengono che nell’immediato si potrebbe beneficiare dei minori shock della catena di approvvigionamento. Tuttavia, per “l’ultimo miglio” di riduzione sarà necessario un indebolimento del mercato del lavoro. In questo quadro, il rischio recessione per il 2024 è ritenuto elevato. Per gli USA, le stime vedono un PIL dello 0,7% e una disoccupazione al 4,4%. Se l’anno prossimo non si dovesse verificare un evento recessivo, sarà difficile vedere un ritorno dei prezzi al 2% e una Fed riportare il costo del denaro alla sua stima di neutralità. L’inflazione tra il 2% e il 3%, potrebbe portare invece la Banca centrale statunitense ad una strategia di “disinflazione opportunistica”, in cui non viene modificata la politica monetaria e si attende che eventi esterni facciano il lavoro. Per quanto riguarda i consumatori, JPM ritiene che le finanze delle famiglie siano ancora sane e potrebbero sostenere la crescita della spesa nel 2024. La principale sfida sarà il rallentamento della crescita del reddito nominale da lavoro, mentre il peggio del colpo alla domanda di case è alle spalle. Infine, la crescita dell’offerta di lavoro delle famiglie faticherà a battere quella del 2023. Lato politica monetaria, gli analisti ritengono che le attese di aumento della disinflazione e della disoccupazione porteranno ad un atteggiamento più accomodante. Le probabilità crescerebbero ulteriormente se si dovesse assistere a qualche mese di crescita negativa dei salari. Le stime indicano anche che il quantitative tightening continuerà fino al 1° trimestre 2025.

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