17 novembre 2023
Non si placa l’ottimismo sugli indici di Borsa. Al momento della scrittura, il future sull’S&P 500 segna il +0,24%, quello sul Dow Jones il +0,34% e quello sul NASDAQ 100 il -0,06%. In Europa, il FTSE Mib archivia il +0,86%, il DAX il +0,91% e il CAC 40 il +0,95%. Sul fronte dei titoli di Stato, prosegue la flessione dei rendimenti: al momento quello sul decennale USA è pari al 4,44%, in calo dello 0,04%. Sul fronte dei dati macroeconomici, l’inflazione dell’Eurozona (finale) di ottobre è risultata in linea con la rilevazione preliminare, segnando un 4,2% a/a sul core e un 2,9% sull’headline. La narrativa dominante, a dispetto anche delle ultime dichiarazioni di diversi esponenti delle Banche centrali (qui un esempio https://t.me/freefinancepro/1836) è che il ciclo di aumenti del costo del denaro sia giunto al termine. Questa opinione è stata rafforzata anche dalle ultime rilevazioni che evidenziano un indebolimento dell’attività economica e del mercato del lavoro. Non si può invece definire positiva la situazione sul petrolio WTI, a dispetto del +1,45% di oggi, che dopo gli ultimi ribassi è entrato in bear market (discesa di oltre il 20% dai top di settembre). La situazione risulta quindi complessa, specie se si pensa che la prossima settimana si terrà il meeting dell’OPEC. Nel frattempo, l’oro avanza del 0,16%.
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