Inflazione servizi appiccicosa, le attese per le Banche centrali

Dopo la pandemia una delle caratteristiche dell’economia è stata la forza del settore dei servizi, mentre la manifattura ha iniziato a contrarsi per via dell’aumento dei tassi e delle interruzioni della catena di approvvigionamento. Di recente si è vista un’inversione di tendenza, confermata dai PMI manifatturieri di maggio: Barclays ritiene che l’aggregato globale sia arrivato a 51 punti, massimi da maggio 2022. Questo lento miglioramento dovrebbe favorire le economie europee ad alta intensità manifatturiera

Guardando all’inflazione, gli analisti evidenziano che gli ultimi dati mostrano che le rilevazioni della prima parte dell’anno costituivano probabilmente dei valori anomali. Nel Regno Unito si stanno osservando situazioni simili. In ogni caso, non sembra che gli ultimi dati diano troppa fiducia in merito ad un ritorno dell’inflazione al 2%. Perché avvenga l’ultimo miglio di discesa, è necessario che l’inflazione dei servizi scenda in assenza di un calo deciso dei prezzi delle materie prime e di una significativa deflazione da parte dei beni core.

Il processo sarebbe facilitato da una politica monetaria restrittiva, che nel tempo allenterebbe la domanda e il mercato del lavoro. Su quest’ultimo punto, è da segnalare un mercato ancora troppo rigido, con una crescita salariale troppo elevata per consentire una disinflazione più decisa nei servizi. Barclays sostiene che questo sembra essere il motivo di prezzi così alti nel comparto.


Fonte: ricerca Barclays

In ogni caso, il mercato del lavoro globale sembra dare segnali di raffreddamento, con una direzione dell’inflazione che punta ad un calo lento e non ad una nuova accelerazione. Per le Banche centrali, questo dovrebbe indicare una bassa probabilità di incrementi dei tassi e una più alta di un costo del denaro “high for longer”.

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 Barclays si aspetta che la Fed tagli i tassi solo una volta nel 2024 a partire da settembre o dicembre, a seconda del grado di moderazione del PCE core. La politica di una pazienza maggiore nel tagliare il costo del denaro arriva anche dal tono hawkish dei verbali dell’ultima riunione della Fed. 

Gli esperti giudicano improbabile che i prossimi dati in merito all’inflazione dell’Eurozona sostengano l’ipotesi di un rapido ciclo di allentamento monetario. Il taglio di giugno non dovrebbe comunque essere messo in discussione, ma i successivi potrebbero avvenire su base trimestrale nelle riunioni previsionali di giugno, settembre e dicembre. Nel 2025, sono attese riduzioni per 75 punti base. 

Arriviamo infine al Regno Unito, con gli ultimi dati dell’inflazione che hanno mostrato un andamento meno incoraggiante del previsto. Dopo la rilevazione, il MPC della Bank of England non sembra più avere una fiducia sufficiente per tagliare i tassi a giugno: ora le attese sono per una riduzione ad agosto, riprendendo poi il ciclo di ribasso a novembre. Per quel periodo, gli analisti ritengono che l’inflazione dei servizi sarà rallentata in modo più deciso e potranno essere giustificati tagli sequenziali da 25 punti base a dicembre e febbraio. Ad agosto 2025 potrebbe essere raggiunto il tasso terminale del 3,75%.

Fonte: ricerca Barclays

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