L’inflazione statunitense headline di marzo si è attesta al 3,5% su base annuale, superando le stime degli analisti censiti da Reuters al 3,4% e il precedente 3,2%.
La rilevazione core è invece risultata pari al 3,8% a/a, oltre il consensus al 3,7% e in linea con febbraio. L’indice dei prezzi al consumo in USA continua a rimanere appiccicoso.
I prezzi della componente abitativa (shelter) e del carburante hanno contribuito a più della metà dell’incremento mensile. A livello di singoli componenti su base m/m, i prezzi del cibo hanno segnato il +0,1%, quelli dell’energia il +1,1%, quelli dei veicoli nuovi il -0,2%, quelli dei veicoli usati il -1,1%, quelli shelter il +0,4% e quelli dei servizi sanitari il +0,6%. Secondo quanto misurato da Refinitiv, le probabilità per un taglio dei tassi a giugno si sono ridotte al 22%. Ora la data più probabile, al 71,3% è quella di settembre.
Al momento il future sull’S&P 500 registra il -1,38%, quello sul Dow Jones il -1,22% e quello sul NASDAQ 100 il -1,57%. Il rendimento del decennale risulta in aumento del 2,72%, al 4,48%: si tratta dei massimi da novembre 2023.