15 novembre 2023
Di recente Goldman Sachs ha svolto un approfondimento sull’impatto potenziale dell’intelligenza artificiale su economia e mercato del lavoro. L’analisi mostra come l’IA potrà avere un impatto misurabile sul PIL USA a partire dal 2027. Entro il 2034, il settore darà un contributo dello 0,4% alla crescita economica statunitense e dello 0,3% negli altri Paesi industrializzati. Oltre a questo, si potrebbe assistere ad un’automatizzazione del 25% delle attività lavorative nei mercati avanzati e del 10%-20%in quelli emergenti. L’automazione dovrebbe quindi portare a maggiori risparmi sul costo del lavoro, mentre i lavoratori avranno più tempo libero e alcuni saranno indirizzati a nuove mansioni. Nello scenario base delineato da GS, viene messo in luce come l’IA possa far crescere la produttività statunitense di 1,5 punti percentuali l’anno (l’ipotesi si basa su un’adozione diffusa in 10 anni). Per gli altri Paesi avanzati le previsioni sono simili, mentre per quelli emergenti vanno dallo 0,7% all’1,3%.
Nel lungo termine, ipotizzando che ci sia capitale sufficiente per sostenere l’aumento della produttività e che i lavoratori non vengano sostituiti in modo definitivo dall’automazione, il contributo dell’IA sul PIL globale potrebbe arrivare al 15%. L’effetto vero potrebbe essere inferiore per problematiche di possibile doppio conteggio, visto che le previsioni includono già l’innovazione tecnologica, ma anche per via del rallentamento della crescita della produttività sottostante. Gli analisti ritengono che le previsioni in merito alla creazione di una “superintelligenza” dell’AI generativa siano prematuri, sia per una questione di limiti degli attuali modelli di AI che per le tempistiche di adozione. Gli esperti evidenziano infatti che storicamente i boom di produttività delle precedenti tecnologie militari (ad esempio il motore elettrico) hanno avuto un ritardo di circa 10 anni rispetto all’innovazione iniziale. La comparsa nei dati macro è poi arrivata con l’adozione da parte di circa metà delle imprese interessate. Per gli Stati Uniti, un’accelerazione dell’adozione su larga scala è vista nella seconda metà del decennio.
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