Azioni: è arrivato il momento di guardare all'Europa?
04 luglio 2025
Nell’ultimo periodo sta aumentando l’interesse degli investitori esteri verso le azioni europee. Gli analisti di TS Lombard ritengono che ci siano diversi fattori che ancora non sono scontati dai mercati e che potrebbero spingere l’azionario del Vecchio Continente.
In primo luogo, la riduzione dei differenziali di crescita tra Stati Uniti ed Europa favorisce gli asset europei e l’euro. Dopo il Covid i programmi di prestito congiunto e di trasferimento fiscale nell’UE, come SURE o NEGU, hanno posto le basi per l’attivismo fiscale, mentre il mercato del lavoro si è irrigidito strutturalmente. Questi elementi hanno avuto implicazioni positive per gli investimenti privati e per la produttività aggregata.
Al contempo, la BCE può permettersi di tornare ad una politica monetaria più normale.
Oltre a questo le politiche monetarie di Trump agiscono da catalizzatore e acceleratore delle tendenze strutturali già esistenti in Eurozona. In una situazione in cui la crescita statunitense sarà probabilmente compressa, gli investitori richiederanno una maggiore compensazione per detenere il debito USA.
Anche la percezione sarà importante: le attese di crescita per gli USA al 2% nel 2026 sembrano meno eccezionali rispetto all’1,5% previsto per l’Eurozona.
Ciò comunque non significa che ci sarà un disinvestimento dagli asset statunitensi, ma che questi avranno un minore peso strutturale.
A livello settoriale, un comparto interessante è la difesa. Questi titoli hanno un potenziale di ribasso limitato dalla presenza russa al confine europeo. Oltre a questo, vi è un rischio sempre più alto che gli USA ritirino soldati e armi per trasferirli nel Pacifico.
Il settore ha poi una dimensione ridotta all’interno dell’economia EU. Un altro elemento positivo sono le grandi somme che i Governi intendono spendere per la difesa. Nel frattempo, la crescita sarà favorita dalle fusioni e dall’assorbimento di lavoratori qualificati da industrie in crisi (come quella automotive).
Il settore bancario europeo potrebbe avere ancora un margine di rialzo, anche se inferiore a quello della difesa. Le attese di una maggiore creazione di credito rispetto al decennio scorso dovrebbero contribuire a migliorare le prospettive del settore. Il calo dei costi di finanziamento nella parte breve della curva dovrebbe stimolare l’M&A.
Infine, il ritorno all’attivismo fiscale, l’espansione della domanda interna e il miglioramento delle condizioni di credito dovrebbero spingere le small cap e i titoli industriali. Questi ultimi potrebbero beneficiare anche delle ricadute tecnologiche storicamente legati ai programmi di investimento militare.
Fonte: ricerca TS Lombard
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