La recessione degli utili è finita, azioni USA preferite a quelle EU

Dopo 3 trimestri di crescita negativa, questa stagione delle trimestrali ha ormai decretato la fine della cosiddetta recessione degli utili. Dall’analisi svolta da TS Lombard nel momento in cui 435 società dell’S&P 500 hanno pubblicato i risultati, emerge che la crescita degli earnings è stata del 2%. Le vendite, pur non avendo mai registrato un andamento negativo, sembrano aver raggiunto un “punto di inflessione”. In termini assoluti i dati restano comunque bassi. Lo studio mette in evidenza come le società hanno perso del potere nel determinare i prezzi, elemento che nel 2021-2022 aveva guidato l’aumento di fatturato e profitti grazie all’inflazione determinata dalla domanda. Ora il ciclo è terminato: la richiesta dei consumatori è soddisfatta e gli aumenti dei prezzi vengono rifiutati. Fonte: ricerca TS Lombard Gli analisti evidenziano comunque che in questo quadro i margini di profitto si stanno stabilizzando su livelli sani, intorno al 13,6%. Con utili in crescita superiore rispetto alle vendite, un ruolo positivo è stato svolto dalla riduzione dei costi. A tornare su livelli sani sono anche i salari reali e la tendenza alla disinflazione è coerente con la stabilizzazione dei margini. Il rischio in questo quadro è che la flessione del PPI core metta sotto pressione i prezzi. Fonte: ricerca TS Lombard È interessante mettere in luce come sebbene ad eccezione del comparto energetico tutti i settori abbiano registrato sorprese al rialzo, la reazione sull’S&P 500 è stata modesta. Ad aver innescato movimenti decisi sono state le guidance societarie negative, con il pessimismo che si è tradotto in un taglio degli EPS a 12 mesi. Fonte: ricerca TS Lombard TS Lombard nota infine come a dispetto delle prospettive economiche (e reddituali) divergenti, le regioni azionarie sono state altamente correlate, spinte da più ampie forze macroeconomiche. La dispersione (deviazione standard deli rendimenti mensili dei 20 principali mercati dell’indice globale MSCI) ha raggiunto un minimo a 20 anni di 1,3, sotto la media a 3,4 degli ultimi due decenni. Gli esperti giudicano questi valori insostenibili e si aspettano che le azioni USA continuino a sovraperformare quelle EU, come avvenuto negli ultimi giorni. Fonte: ricerca TS Lombard

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Dichiarazioni de Guindos (BCE) su livello dei tassi e inflazione

Luis de Guindos, Vicepresidente della BCE, ha detto che l’Eurotower non si trova ancora nella posizione di tagliare i tassi. Per l’esponente del board dell’istituto centrale, ci sono ancora dei rischi sulle prospettive di inflazione nei prossimi mesi (soprattutto per quanto riguarda la rilevazione core) e le attese sulla crescita sono un po’ più negative di quanto atteso.

Dichiarazioni Harker (Fed): non aspettatevi tagli dei tassi nel breve termine

Patrick Harker, Presidente della Fed di Philadelphia, ha detto che l’istituto centrale USA ha fatto bene a lasciare i tassi fermi nell’ultimo meeting e mantenendo questa impostazione di politica monetaria potrà permettersi di “adottare decisioni sui tassi più misurate in futuro”, sempre a seconda di quello che dicono i dati. Harker ha escluso i tagli dei tassi nel breve termine e si è detto favorevole ad un livello di costo del denaro “higher for longer”. L’esponente del board della Federal Reserve ritiene che l’economia rallenterà pur non innescando una recessione. Le stime del Governatore della Fed di Philadelphia sono per un’inflazione al 3% nel 2024 e per un tasso di disoccupazione al 4,5% nel 2024 e successivamente al 4%. Secondo Harker, i consumatori possono aiutare la Fed ad archiviare il soft landing.

In Cina restano forti le pressioni deflazionistiche

A ottobre l’inflazione cinese si è attestata al -0,2% su base annuale, sotto il -0,1% stimato dagli analisti e al +0,2% di settembre. L’indice dei prezzi alla produzione ha invece registrato una contrazione del -2,6% a/a, meglio del -2,6% previsto e sotto il -2,5% di settembre. I dati mostrano un peggioramento delle pressioni deflazionistiche nel Paese e potrebbero evidenziare l’ulteriore necessità di stimoli economici. Interessante evidenziare che il recente calo dell’inflazione cinese è principalmente dovuto alla flessione dei prezzi della carne suina, quella più consumata nel Paese e che ha un forte peso nell’indice. In sostanza, i produttori hanno aumentato l’offerta puntando ad un aumento della domanda post-Covid che alla fine è stato inferiore alle attese. David Qu, economista di Bloomberg Intelligence, ritiene le rilevazioni mettano pressioni alla PBOC per tagliare il tasso a 1 anno di 10 punti base la prossima settimana. Entro fine anno, le attese sono anche per un abbassamento di 25 punti base del coefficiente di riserva obbligatoria.

Dichiarazioni Villeroy e Lane (BCE) su tassi e bilancio 

  • Per Francois Villeroy de Galhau, Presidente della Bank of France, a meno di ulteriori sorprese o shock esterni, la BCE ha concluso il suo percorso di rialzo dei tassi. Villeroy ha evidenziato che la tendenza dell’inflazione è chiaramente al ribasso. L’esponente del board dell’Eurotower ha tuttavia evidenziato come sia prematuro parlare di tagli del costo del denaro.
  • Philip Lane, Capoeconomista della BCE, ritiene improbabile che l’Eurotower riesca a ridurre il suo bilancio ai livelli relativi a prime della crisi finanziaria. Lane ritiene che in questo “new normal” si dovrebbero evitare i rischi associati a riserve troppo scarse o eccessivamente abbondanti.

L'S&P 500 è più attento alle aste di titoli di Stato che ai dati sul mercato del lavoro

Bloomberg mette in evidenza un interessante analisi di Citigroup, in cui emerge come le aste di titoli di Stato statunitensi stanno avendo una crescente influenza sulle azioni USA. Dall’analisi svolta su 22 vendite del Tesoro di bond a 30 anni da inizio 2022, è emerso come nel giorno del collocamento l’S&P 500 si sia mosso di circa l’1% in entrambe le direzioni: oltre quanto registrato nel giorno dei Non-Farm Payrolls. I risultati sono simili per i titoli a 10 anni. Pooja Kumra, rates strategist alla Toronto-Dominion Bank, ritiene che le attenzioni del mercato alle aste di titoli di Stato continuerà fino a che la Fed manterrà l suo atteggiamento orientato all’higher for longer. Tuttavia se i dati mostrassero un indebolimento dell’economia, il focus tornerebbe sui tagli della Fed. Fonte: Bloomberg

I mercati crolleranno quando la Fed taglierà i tassi

Il mercato azionario potrebbe crollare una volta che la Fed inizierà a tagliare i tassi. Questa è l’opinione di Mark Spitznagel, CIO e fondatore di Universa Investments che si avvale della consulenza di Nassim Nicolas Taleb. Spitznagel evidenzia la sua preoccupazione in merito alla dipendenza del mercato dal sostegno dei tassi bassi dal Quantitative Easing della Fed. Oltre a ciò, ritiene che il costo del denaro tornerà a zero nel contesto deflazionistico tipico di una bolla che scoppia. L’istituto centrale potrebbe avere difficoltà nel portare avanti i suoi programmi di Quantitative Tightening e potrebbe dover allentare la pressione ribadendo il suo sostegno in quanto ci saranno aspettative per una recessione. Il gestore ha sottolineato che il sentiment è molto negativo che gli effetti dei precedenti incrementi dei tassi devono ancora farsi sentire a pieno nell’economia. A inizio anno, Spitznagel aveva avvertito che quella che stiamo vivendo è la più grande bomba a orologeria della storia finanziaria. C’è da dire che il fondo che gestisce è di tipo tail-risk (protegge gli investitori quando i mercati girano verso il basso): i gestori di questo tipo tendono a mettere in guardia dal prossimo crollo come forma di pubblicità.

Dichiarazioni Goolsbee (Fed) e Vujcic (BCE) su politica monetaria e possibilità di soft landing

  • Austan Goolsbee, Presidente della Fed di Chicago, ha detto in un’intervista al Wall Street Journal che la Banca centrale dovrà prestare attenzione all’aumento dei rendimenti di lungo periodo per fare in modo che non rallentino più del previsto l’economia statunitense. Questo perché questi rendimenti hanno un effetto sostanziale sulla performance economica di diverse aree prevedibili come edilizia, investimenti e beni di consumo durevoli. Goolsbee ritiene possibile che si riesca ad avvicinarsi al target di inflazione al 2% senza avere un aumento significativo della disoccupazione. Tuttavia, il periodo in cui i tassi andranno mantenuti alti potrebbe dipendere da shock esterni all’economia che porterebbero la Fed a perdere il controllo.
  • Boris Vujcic, Presidente della Banca centrale croata, ha detto che la BCE potrebbe riuscire a riportare l’inflazione al target senza provocare una recessione e un aumento significativo della disoccupazione, anche se ci sono diversi rischi. Per Vujcic, è difficile dire se il conflitto tra Israele e Hamas avrà ricadute sull’economia dell’Eurozona. L’esponente del board dell’Eurotower si è unito al coro di quelli che definiscono prematuro un taglio dei tassi, anche se dipenderà dai dati che arriveranno nel 2024.

USA: richieste di sussidi di disoccupazione scendono leggermente rispetto alla scorsa settimana

In USA, le richieste di sussidi di disoccupazione dell’ultima settimana sono state pari a 217mila unità. Il dato risulta inferiore alle attese Reuters di 218mila unità e le precedenti 220mila (rivisto da 217mila).

Sondaggio Reuters tra gli economisti sulle possibili prossime mosse della Fed

Dall’ultimo sondaggio Reuters condotto dal 3 al 9 novembre 2023 su 100 economisti, emerge come la Fed dovrebbe mantenere i tassi fermi per gran parte della prima parte del 2024. Per 87 intervistati su 100, la Federal Reserve non alzerà più il costo del denaro, ben oltre i 26 su 111 del sondaggio di ottobre. L’86% non si attende nessun taglio fino al 1° trimestre 2024, mentre il 58% si aspetta che i tassi possano scendere nella prima parte del 2024. 31 intervistati su 42 ritengono che il rischio principale sia relativo al fatto che la prima riduzione dei tassi arrivi più tardi delle attese.

Dichiarazioni Centeno (BCE) su livello dei tassi

Mario Centeno, Presidente della Banca centrale portoghese, ha detto che l’Eurozona si trova al plateau in termini di livello dei tassi di interesse. Centeno ha sottolineato che la politica monetaria sta funzionando, contribuendo a ridurre l’inflazione.

Dichiarazioni Barkin (Fed) su politica monetaria

Thomas Barkin, Presidente della Fed di Richmond, ha detto che non è ancora chiaro se la Federal Reserve dovrà alzare ancora il costo del denaro. Tuttavia, “forse l’inflazione potrebbe tornare all'obiettivo senza ulteriori aiuti” e senza danneggiare troppo la domanda. Barkin ha affermato di attendersi un rallentamento economico (che secondo lui appare già chiaro), in quanto crede che gli aumenti dei tassi colpiranno in modo più duro l’economia di quanto fatto fino ad ora. Tuttavia, l’eventuale contrazione potrebbe essere meno severa delle precedenti recessioni. L’istituto centrale dovrà quindi camminare sulla linea sottile che separa il fare troppo dal fare troppo poco. Il Governatore della Fed di Richmond ritiene il mercato del lavoro in un migliore equilibrio e vede un appiattimento della spesa dei consumatori nel 4° trimestre. Per tagliare i tassi è necessario che l’inflazione vada sul percorso del 2%. Barkin stima una maggiore disinflazione sui prezzi dei beni e continue pressioni sui servizi.

Le azioni sotto la lente

  • Bernstein ha tagliato il target price su Beyond Meat da 13 a 9 dollari
  • BMO ha tagliato il target su Beyond Meat da 13 a 7 dollari
  • Ganesh Iyer, AD di NIO USA, ha detto che la casa automobilistica sta ancora discutendo un ingresso in Nord America nel 2025. Prima di portare nella zona i suoi veicoli comunque, la società dovrà costruire infrastrutture. Il gruppo sta inoltre valutando “qualsiasi tipo di partnership” nell’area.

Le trimestrali di giornata

Trimestrale BEYOND MEAT

  • Ricavi: 75,31 milioni di dollari, stime a 85,37 milioni (dati Refinitiv)
  • EPS: -1,09 dollari, attese a -0,89 dollari (dati Refinitiv)
  • EBITDA adjusted: -57,49 milioni di dollari, previsioni a -47,15 milioni (dati Refinitiv)
  • Il canale retail USA ha registrato un fatturato di 30,518 milioni di dollari (-33,9% a/a), mentre quello Foodservice è sceso del 21,6% arrivando a 12,535 milioni
  • Il canale retail internazionale ha archiviato ricavi per 14,153 milioni di dollari, quello Foodservice di 18,106 milioni. Si tratta rispettivamente del +38,8% e de +78,7% a/a
  • I costi delle merci vendute sono scesi dai 97,34 milioni del 3° trimestre 2022 a 82,566 milioni. I costi operativi sono passati in un anno da 74,901 a 62,366 milioni di dollari
  • Per l’intero 2023 la società si aspetta ricavi tra 330 e 340 milioni di dollari, in calo del 21%/19% rispetto al 2022. I costi operativi totali dovrebbero attestarsi a 245 milioni di dollari, mentre il Capex è visto tra 10 e 15 milioni
  • Beyond Meat ha annunciato un nuovo programma di taglio dei costi, confermando quanto anticipato il 2 novembre (undefined/1624)

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