La settimana finanziaria in pochi minuti

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News di politica monetaria: BCE

  • Mario Centeno, Presidente della Banca centrale portoghese, ha detto che l’inflazione in Eurozona dovrebbe scendere sotto il 3% entro la fine del 2023. Per Centeno, la BCE deve continuare ad alimentare la flessione dell’indice dei prezzi al consumo. Inoltre, il mercato del lavoro è il più forte che ci sia mai stato.
  • Francois Villeroy de Galhau, Presidente della Banca centrale francese, ha ribadito che l’obiettivo della BCE è quello di riportare l’inflazione al 2% entro il 2025, mentre i rialzi dei tassi si stanno avvicinando alla fine. Il costo del denaro dovrà essere mantenuto ad un livello sufficientemente alto per permettere che l’impatto delle misure si trasferisca sull’economia. Villeroy ha anche respinto le ipotesi di un innalzamento del target di inflazione dell’Eurotower, in quanto potrebbe portare ad un aumento dei costi di finanziamento e non ad una loro riduzione. Successivamente, ha dichiarato che nel 2024 il dato dovrebbe attestarsi in media al 2,5%.
  • Philip Lane, Capoeconomista della BCE, ha dichiarato che il pieno impatto dei rialzi dei tassi arriverà nei prossimi due anni. Oltre a ciò, Lane ritiene probabile che il canale bancario si rafforzi ulteriormente nei successivi due mesi.
  • Boris Vujcic, Presidente della Banca centrale croata, ha dichiarato che la BCE non sta discutendo di vendere definitivamente i bond in bilancio e nemmeno una fine dei reinvestimenti del PEPP, anche se presto o tardi quest’ultima decisione potrebbe arrivare. Per quanto riguarda le prospettive di inflazione, Vujcic ritiene che i rischi siano elevati ma più bilanciati. L’esponente del board dell’Eurotower ha confermato le alte probabilità di rialzo dei tassi a luglio e ha sottolineato come è improbabile che successivamente l’istituto dichiari di aver finito con gli aumenti, limitandosi piuttosto ad osservare i dati e agire di conseguenza.
  • Ignazio Visco, Presidente di Bankitalia, ha ribadito che la BCE non è molto lontana dal picco dei tassi, anche se ci vorrà del tempo perché gli effetti delle mosse precedenti si trasmettano all’inflazione. Per Visco “sicuramente” il costo del denaro raggiungerà il suo massimo nel 2023.
  • Dai verbali dell’ultima riunione della BCE è emerso come l’istituto potrebbe dover alzare i tassi oltre giugno per mitigare l’inflazione. È stato quindi “ritenuto essenziale” comunicare che la politica monetaria ha ancora della strada da fare per riportare l’indice dei prezzi al consumo al target, anche aumentando il costo del denaro oltre luglio. Dopo questa data tuttavia, gli esponenti del board seguiranno un approccio data-dependent e una “opzionalità riunione per riunione”. Per il board dell’Eurotower, non ci sono ancora prove sufficienti che l’inflazione sia arrivata ad un punto di svolta. Da segnalare anche come inizialmente si fosse discusso per una mossa da 50 punti base a giugno.
 

News di politica monetaria: Fed

  • Michael Barr, Vicepresidente della Sorveglianza della Fed, ha detto che l’istituto centrale è vicino a raggiungere un livello dei tassi sufficiente a riportare l’inflazione al target del 2%. Barr ha anche annunciato un piano per aumentare i requisiti patrimoniali e i requisiti di vigilanza delle principali banche USA (asset superiori a 100 miliardi di dollari).
  • Loretta Mester, Presidente della Fed di Cleveland, ha detto che le forti pressioni inflazionistiche sottostanti stanno indirizzando l’istituto centrale USA a nuovi aumenti dei tassi. Mester evidenzia che si sta verificando una situazione di stallo sull’inflazione core: per portare l’indice dei prezzi al consumo verso il target in modo sostenibile e tempestivo, è necessario che il costo del denaro “salga ancora un po’”.
  • Mary Daly, Governatrice della Fed di San Francisco, ha sottolineato il fatto che probabilmente saranno necessari altri due rialzi dei tassi quest’anno per mitigare l’inflazione in un contesto di un forte mercato del lavoro. Daly ha sottolineato che ora i rischi di fare troppo e quelli di fare troppo poco sono in un equilibrio migliore, elemento che giustificherebbe la decisione della Federal Reserve di rallentare il ciclo di rialzi. In un altro intervento, la Presidente della Fed di San Francisco, ha detto che gli aumenti dei tassi saranno necessari per ridurre l’inflazione in USA. Per Daly, è necessario portare in territorio restrittivo il costo del denaro ed è ancora troppo presto per dichiarare vittoria sugli aumenti dei prezzi. Inoltre, la Governatrice della Fed di San Francisco ha affermato che la discesa dell’inflazione può abbassare i tassi nominali portando quelli reali ad un livello neutro. Infine, l’esponente del board della Federal Reserve ha detto di dover decidere se e quanto alzare il costo del denaro per portare l’inflazione al 2%.
  • Raphael Bostic, Presidente della Fed di Atlanta, ha detto che vi sono dei motivi per cui l’inflazione potrebbe tornare al target del 2% senza ulteriori rialzi dei La spesa per i beni si è stabilizzata e potrebbe aver raggiunto il suo picco, l’indice dei prezzi al consumo si sta muovendo nella giusta direzione nonostante la volatilità dei dati mese per mese e le aspettative dell’opinione pubblica sono ben ancorate. Infine, le imprese stanno dicendo a Bostic che le pressioni sui salari e sui beni intermedi si sta allentando.
  • In un’intervista al Financial Times John Williams, Presidente della Fed di New York, ha sottolineato che la Banca centrale non ha finito di aumentare i tassi nel breve termine, in modo tale da raggiungere la stabilità dei prezzi in pochi anni. Per Williams, l’economia non ha ancora percepito in pieno gli incrementi del costo del denaro passati. L’esponente del board della Federal Reserve ha detto anche di non vedere una recessione, ma una crescita piuttosto lenta. Il Governatore della Fed di New York ha evidenziato che domanda e offerta di lavoro si stanno equilibrando meglio e che il processo di riduzione del bilancio dell’istituto centrale continuerà ancora per qualche tempo.
  • Thomas Barkin, Presidente della Fed di Richmond, ha detto che l’inflazione USA è ancora troppo alta. Barkin starebbe infatti cercando di convincersi che la domanda si sia stabilizzata e che la relativa debolezza si ripercuota sui prezzi. L’esponente del board della Federal Reserve ha affermato anche che ci si dovrebbe chiedere se l’indice dei prezzi al consumo possa stabilizzarsi in un contesto di mercato del lavoro così forte. Inoltre, ha dichiarato che sarebbe a suo agio nel fare di più se i dati in arrivo non confermassero il ritorno dell’inflazione al target.
  • Neel Kashkari, Presidente della Fed di Minneapolis, ha detto che le autorità di regolamentazione dovrebbero mettere in atto misure per garantire che le banche riescano a sopportare altri aumenti dei tassi, se questi si rivelassero necessari per via della persistenza dell’inflazione.
  • Christopher Waller, esponente del board della Fed, ha detto di sostenere altri rialzi dei tassi nel 2023, ribadendo che a luglio ci dovrebbe essere un altro incremento per via della forza del mercato del lavoro e dell’economia. Waller ha affermato di essere favorevole ad altri due incrementi nel 2023, con il secondo che dovrebbe essere implementato nel caso in cui l’inflazione non continuasse a mostrare progressi e l’attività economica non fornisse segnali di rallentamento. Inoltre, ha dichiarato che gi ultimi dati positivi sui prezzi non sono ancora sufficiente a cambiare le relative prospettive.
 

Altre news finanziarie ed economiche

  • A giugno, l’indice dei prezzi alla produzione in Cina è sceso del 5,4%, al di sotto delle stime Reuters al -5% e peggio del precedente -4,6%. Per la misurazione, si tratta della flessione più veloce dal 2016. Oltre a questo, l’inflazione su base annuale ha segnato lo 0% (attese e precedente 0,2%). Il Paese appare dunque in pericolo deflazione, mentre gli esperti ritengono che questi dati aumentino le probabilità di nuovi stimoli fiscali da parte del Governo.
  • Scende più del previsto l’inflazione statunitense a giugno. Il dato si è attestato al 3% a/a, sotto le previsioni Reuters al 3,1% e al precedente 4%. La misurazione core, depurata dagli elementi più volatili, è invece stata pari al 4,8%, al di sotto del consensus al 5% e al 5,3% di maggio. A livello di singoli componenti, rispetto al mese precedente i prezzi del cibo sono saliti dello 0,1%, quelli dell’energia dello 0,6% e quello degli alloggi dello 0,4%. Dopo la pubblicazione del dato, secondo il mercato le probabilità di un rialzo dei tassi da 25 punti base da parte della Fed nel meeting di luglio sono dell’86,47%.
  • A giugno le importazioni cinesi sono scese del 12,4% su base annuale, sotto le attese Reuters al -9,5% e al precedente -7,5%. Le importazioni hanno invece segnato un -6,8% a/a, peggio del -4% stimato e del -4,5% di giugno. Per l’export, si tratta del calo peggiore dalla pandemia.
  • L’International Energy Agency ha tagliato le stime di domanda globale di petrolio per 220mila barili al giorno, portandole a 2,2 milioni al giorno. Per l’IEA, la richiesta è in difficoltà per via del contesto economico difficile e per via dell’inasprimento della politica monetaria. L’agenzia ritiene che più di 2/3 della crescita della domanda sarà da imputare alla ripresa cinese, mentre quella nei Paesi sviluppati (Europa in primis) sarò contenuta. Per il 2024 le previsioni sulla crescita della richiesta sono dimezzate a 1,1 milioni di bpd, per via dell’efficienza energetica e dell’elettrificazione delle auto.
  • L’OPEC ha alzato le previsioni sulla domanda per il 2023, stimando invece un rallentamento nel 2024, con Cina e India che guidano il consumo di carburante. Il Cartello ha migliorato le attese per quest’anno di 90mila barili al giorno rispetto a giugno, portandole a 2,44 milioni di barili al giorno. Per il 2024 le stime sono per un incremento della domanda globale di 2,25 milioni di barili al giorno. L’OPEC si attende inoltre una crescita mondiale del 2,4% nel 2024 e del 2,6% nel 2023.

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