27 novembre 2021
Avevo già avuto modo di dire che ai mercati non piace l’incertezza, ovvero quello stato di conoscenza limitata in cui è impossibile descrivere esattamente la situazione esistente, le conseguenze future o almeno gli scenari possibili. Se invece il problema viene definito ed il rischio diviene più misurabile, i mercati hanno dimostrato di essere capaci di metabolizzarlo velocemente per poi snobbarlo.
La variante Omicron, al contrario di altri problemi di natura politica, geopolitica o economica, può creare uno stato d’incertezza che - mentre scrivo – è davvero indefinibile, non controllabile o misurabile. Credo che anche tale problema prima o poi verrà superato, ma la sensazione è che i mercati stiano valutando un qualcosa di serio e non solo il classico pretesto per lo storno.
Il tonfo dei mercati di ieri, 26 novembre, non è figlio del caso, un errore di percorso, ma è stato generato dal fatto che saranno necessarie circa due settimane per capire se e fino a che punto la nuova variante Omicron del virus sarà in grado di sfuggire agli anticorpi generati dai vaccini anti Covid. E due settimane d’incertezza sono tante! Alla luce di quanto si è osservato finora, potrebbero essere necessari nove mesi per avere un vaccino aggiornato contro la nuova variante.
Il tonfo del petrolio Wti (-13%), il crollo del settore automotive e delle compagnie aeree non sono una presa di beneficio salutare, ma qualcosa di molto più serio. Cosa fare quindi, che rischi assumersi in questo clima di conclamata incertezza?
Negli ultimi anni le banche centrali – grazie al loro atteggiamento rassicurante – hanno centrato l’obbiettivo che è quello di evitare che si sviluppino forme di nervosismo dannose, non solo per l’obbligazionario, ma soprattutto per l’azionario, che si regge su quotazioni elevate, sia per l’elevata profittabilità delle aziende, ma anche in virtù dei rendimenti obbligazionari molto bassi. Potranno quindi ancora politiche monetarie eccezionali supplire ad un contesto che potrebbe diventare drammatico?
Nessuno sa cosa succederà, sappiamo solo che avremo un inizio dicembre intriso di incertezza, e che improvvisamente le cose potrebbero cambiare una volta che conosceremo il grado di efficacia degli attuali vaccini sulla nuova variante bastarda.
Stiamo scontando e sconteremo inevitabilmente ancora dei rischi imponderabili e tra pochi giorni ci troveremo difronte ad un bivio che non esclude affatto uno stupendo rally di Natale!
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