Oro: l'attuale rialzo non è fuori dal comune

Lo scorso 20 ottobre, le quotazioni dell’oro hanno raggiunto i massimi storici a 4.400 dollari per poi iniziare una correzione che le ha portate a 3.900 dollari.

Gli analisti di Bank of America ritengono che il mercato fosse diventato ipercomprato, motivo per cui sono iniziate le vendite. Per BofA, i prezzi potrebbero attestarsi mediamente a 3.800 dollari nel 4° trimestre, per poi riprendersi e arrivare a 5.000 dollari nel 2026.

Fonte: ricerca Bank of America

In generale, l’entità del rialzo non è fuori dal comune se confrontata con qualsiasi altro mercato rialzista del metallo giallo dal 1970, così come non sono inusuali cali fino al 10% seguiti da ampi acquisti.

I fattori chiave dei rally del 1970, 1976, 1982, 1985, 2001 e 2018 sono stati rispettivamente la crisi petrolifera, la stagflazione, il rimbalzo commerciale, l'accordo del Plaza, il Quantitative Easing e il COVID.

I prezzi del metallo giallo hanno smesso di salire solo quando sono cambiati i fattori trainanti sottostanti. Al momento, il supporto è fornito dall’elevato deficit fiscale statunitense e dalle politiche macroeconomiche non ortodosse di Trump. Questi elementi sono ancora in vigore.

Fonte: ricerca Bank of America

Per capire la direzione del mercato in futuro si dovrà guardare agli acquisti di ETF, che tendono ad essere i più volatili tra tutti i segmenti di investitori e l’assenza di afflussi o deflussi può limitare i corsi.

Per BofA, ci potrebbero ancora essere sacche di sottoinvestimento sull’oro: gli investimenti totali rispetto ai mercati azionari e obbligazionari si attestano solo al 5% circa. Inoltre, le Banche centrali non hanno ancora finito di aumentare le loro riserve auree.

Fonte: ricerca Bank of America

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