Nessuna sorpresa da parte del
PCE USA di gennaio. La rilevazione headline si è attestata allo 0,3% su base mensile a al 2,4% su base annuale, in linea con le attese degli analisti censiti da Reuters e in calo rispetto al precedente 2,6% a/a. La rilevazione
core si è invece attestata al 2,8% a/a, anche in tal caso rispettando il consensus e segnando una flessione rispetto al 2,9% di gennaio. Per il dato si tratta dell’incremento più grande dell’ultimo anno,
elemento che sostiene l’approccio paziente della Fed. Il PCE core su base annualizzata a 6 mesi si è attestato al 2,5%, oltre il target del 2% sotto cui aveva veleggiato nei due mesi prima.
In questo quadro, i consumi personali di gennaio sono cresciuti dello 0,2% su base mensile (in linea con le stime), mentre i redditi personali hanno segnato un +1%, oltre lo 0,4% delle attese e lo 0,3% precedente.
Al momento il future sull’S&P 500 registra il -0,01%, quello sul Dow Jones il -0,13% e quello sul NASDAQ 100 e quello sul NASDAQ 100 il -0,51%. Poco mosso il rendimento del decennale, in calo del -0,10% al 4,267%. Stando ai dati Refinitiv, le probabilità per un taglio dei tassi da parte della Fed a giugno è del 63,7%.
Fonte immagine: Refinitiv