Petrolio Brent: possibile lateralità dei prezzi nel breve
25 luglio 2025
Dopo l’annuncio del cessate il fuoco tra Iran e Israele, i prezzi del petrolio hanno perso il premio di rischio misurato a 12 dollari al barile. I pericoli erano in effetti numerosi, in quanto il conflitto minacciava sia la produzione iraniana che il transito del 30% del commercio petrolifero globale attraverso lo stretto di Hormuz.
L’OPEC+ sta ripristinando l’offerta, fattore compensato in parte dall’incertezza dell’output di Iran e Russia dopo i decreti esecutivi e le minacce di Trump. Questo elemento, unito al deprezzamento del dollaro e all’anticipo della domanda contribuiscono a creare pressioni rialziste sui prezzi nel breve periodo.
Infine, il quadro resta caratterizzato dalle previsioni delle principali agenzie in merito ad un eccesso di offerta nel 2025.
ABN AMRO ritiene che gli aumenti dell’offerta dell’OPEC+ e la debolezza della domanda globale creeranno un surplus di mercato ancora più consistente. I bassi livelli dei prezzi e i costi più alti limiteranno la crescita dell’offerta dei Paesi non-OPEC.
L’incertezza rimane comunque elevata, specie a causa della guerra commerciale.
In generale, gli analisti ritengono che le quotazioni del brent possano raggiungere i 60 dollari al barile nel 4° trimestre 2025, per poi scendere a 58 dollari nella prima metà del 2026.
Per UBS nel breve termine ci sono diversi elementi che aiuteranno a sostenere i prezzi. Il Brent potrebbe rimanere nel range dei 60-70 dollari al barile, per poi arrivare alla parte inferiore della forchetta verso fine anno.
Fonti: ricerche ABN AMRO e UBS
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