Petrolio Brent: possibile lateralità dei prezzi nel breve

Dopo l’annuncio del cessate il fuoco tra Iran e Israele, i prezzi del petrolio hanno perso il premio di rischio misurato a 12 dollari al barile. I pericoli erano in effetti numerosi, in quanto il conflitto minacciava sia la produzione iraniana che il transito del 30% del commercio petrolifero globale attraverso lo stretto di Hormuz.

L’OPEC+ sta ripristinando l’offerta, fattore compensato in parte dall’incertezza dell’output di Iran e Russia dopo i decreti esecutivi e le minacce di Trump. Questo elemento, unito al deprezzamento del dollaro e all’anticipo della domanda contribuiscono a creare pressioni rialziste sui prezzi nel breve periodo.

Infine, il quadro resta caratterizzato dalle previsioni delle principali agenzie in merito ad un eccesso di offerta nel 2025.

Fonte: ricerca ABN AMRO e

ABN AMRO ritiene che gli aumenti dell’offerta dell’OPEC+ e la debolezza della domanda globale creeranno un surplus di mercato ancora più consistente. I bassi livelli dei prezzi e i costi più alti limiteranno la crescita dell’offerta dei Paesi non-OPEC.

L’incertezza rimane comunque elevata, specie a causa della guerra commerciale.

In generale, gli analisti ritengono che le quotazioni del brent possano raggiungere i 60 dollari al barile nel 4° trimestre 2025, per poi scendere a 58 dollari nella prima metà del 2026.

Per UBS nel breve termine ci sono diversi elementi che aiuteranno a sostenere i prezzi. Il Brent potrebbe rimanere nel range dei 60-70 dollari al barile, per poi arrivare alla parte inferiore della forchetta verso fine anno.

Fonti: ricerche ABN AMRO e UBS

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