Nel corso del 2025, un settore che potrebbe continuare a rimbalzare dopo i forti danni provocati dal Covid è quello del turismo in Europa.
In effetti, i dati di UN Tourism evidenziati da Natixis mostrano che la minore affluenza del 2020 si è tradotta in una flessione degli introiti per 294 miliardi di euro. A livello globale, la quota del turismo sul PIL è diminuita dal 3,9% del 2019 all’1,8%.
Fonte: ricerca Natixis
Il rimbalzo è stato forte: nel 2024 gli arrivi internazionali nelle economie europee erano sopra i livelli del 2019. La ripresa è stata eterogenea, con una crescita nei Paesi nordici e mediterranei e una leggera flessione in Francia e Germania. Per l’Europa orientale pesano invece i conflitti geopolitici.
Un ruolo lo hanno assunto le politiche adottate a sostegno del comparto, dove il piano Next Generation EU ha giocato un ruolo importante per Italia e Spagna.
Con la graduale rimozione delle misure restrittive, gli arrivi extra europei hanno guadagnato sempre maggiore importanza a scapito del turismo domestico.
Fonte: ricerca Natixis
Su questo fronte c’è ancora del margine di crescita, in particolare per quello che riguarda i turisti dell’Asia orientale e di quella del Pacifico, i cui arrivi restano ancora sotto i livelli del 2019.
Questo è spiegato da diversi motivi: la difficoltà di ottenere visti da parte dei cittadini cinesi, il rallentamento economico della Cina, il divieto di sorvolare lo spazio aereo russo e dalla cautela nel viaggiare distante dal Paese d’origine. Per fare un esempio, l’UE è stata scelta per il 6,5% dei viaggi cinesi nel 2018 e solo il 2,5% nel 2023.
A ciò si aggiunge una persistente assenza del turista cinese.
Questi Paesi rappresentano una parte fondamentale della spesa turistica in Europa. Si pensi che nel 2023 i turisti cinesi hanno speso 197 miliardi di dollari in Europa, sopra i 150 miliardi degli USA.
Ma quali sono le attese per il 2025?
Secondo Natixis, gli arrivi turistici internazionali dovrebbero crescere dal 3% al 5% nel 2025, grazie alla ripresa asiatica e nell’ipotesi ottimistica di condizioni economiche favorevoli e una geopolitica stabile. Ci sono però delle preoccupazioni guidate dagli alti costi di trasporto, dalla volatilità dei prezzi del petrolio e le tensioni geopolitiche.
Fonte: ricerca Natixis