In Europa sta per iniziare l’era dei tagli dei tassi. SNB e Riksbank hanno già cominciato, il turno della BCE sarà il prossimo 6 giugno e quella della BoE ad agosto. Ma cosa attendersi dopo queste prime mosse? La situazione non è così scontata. Gli istituti centrali, vista la discesa dell’inflazione, potrebbero trovarsi a loro agio nel ridurre il costo del denaro di 50-75 punti base nel 2024. Per il 2025 tutto dipenderà dalle prospettive di inflazione. Gavekal Research evidenzia tre possibili scenari per l’Europa occidentale il prossimo anno:
- Il primo “centrale”, implica una moderazione dell’inflazione intorno al target del 2%;
- Il secondo “downside” in cui i prezzi scendono in modo deciso sotto l’obiettivo. Questo implicherebbe un ritorno all’ambiente deflazionistico pre-pandemia;
- Il terzo “upside”, dove l’inflazione continua a veleggiare sopra il 2%.
Fonte: ricerca Gavekal Research
Gavekal ritiene improbabile il realizzarsi dello scenario downside, in quanto le dinamiche cicliche a breve mostrano un’accelerazione dell’economia e le forze deflazionistiche strutturali interne che hanno caratterizzato lo scorso decennio non sono più in atto. Gli analisti giudicano probabile che l’inflazione si stabilizzi ad un livello più alto rispetto al passato. Questo non dovrebbe necessariamente escludere lo scenario centrale. Per capire il motivo si dovrebbero dividere i prezzi al consumo in tre fasce:
- I prezzi dei servizi, che pesano il 40% circa all’interno del dato e riflettono la domanda e l’offerta nel settore domestico e non commerciabile;
- I prezzi dei beni industriali, occupano il 30% del dato e mostrano le condizioni del settore commerciale. Questa parte è costituita da inflazione bassa o negativa per via della concorrenza globale;
- I prezzi delle materie prime, che riflettono le condizioni dei mercati energetici e alimentari, con un peso del 30%. Questa parte tende ad essere molto volatile e a registrare un’inflazione oltre il target.
Nel decennio pre-pandemico l’inflazione dei servizi è stata del 2% medio annuo, quella dei beni industriali dello 0,4% e quella delle materie prime del 2,6%. La media complessiva headline è stata dell’1,7%, mentre la misura core è stata dell’1,3%.
Anche con i prezzi dei servizi più alti rispetto al passato, l’inflazione potrebbe tornare comunque al target, a patto che quest’ultima si moderi rispetto al passato. I prezzi dei beni industriali e delle materie prime dovrebbero poi stabilizzarsi nei range pre-pandemici.
Gavekal ritiene che la prima condizione sembra più solida mentre ci si avvicina al 2025, in quanto è fortemente influenzata dalla dinamica salariale. Gli aumenti recenti riflettono un recupero dell’inflazione passata e dovrebbero svanire progressivamente. I dati Indeed sottolineano una flessione della crescita dei nuovi assunti dal 5% di aprile 2023 al 3% di aprile 2024. Qui l’eccezione è rappresentata dal Regno Unito, dove le misurazioni Indeed mostrano nello stesso lasso di tempo una moderazione modesta, dal 7,4% al 6,9%. Ipotizzando l’inflazione dei servizi al 6%, il CPI core si trova al 3,6%, mentre quello headline al 3,3%.
Ci sono poi due pilastri su cui si basa il ritorno dei prezzi dei beni industriali e delle materie prime al target: il primo è rappresentato dal fatto che la concorrenza cinese tiene sotto controllo i prezzi dei beni industriali. Il secondo riguarda gli investimenti fatti su gas naturale e nelle fonti rinnovabili, che mantengono sotto pressione i prezzi dell’energia. Sebbene le ipotesi siano plausibili ci sono numerosi rischi da considerare, come le tensioni commerciali, la rivalutazione dello yen e la possibilità di shock sui prezzi di energia o alimenti.
Un aumento dei prezzi industriali al 3% porterebbe l’inflazione headline al 2,9% e quella core al 3%. Un incremento dei prezzi delle materie prime al 10% porterebbe la misura complessiva al 4,3%. In uno scenario negativo in cui si combinano le ipotesi peggiori (servizi al 6%, beni industriali al 3% e materie prime al 10%) si arriverebbe ad un’inflazione core al 4,7% e ad un 6,3% headline.
Per continuare a tagliare, le Banche centrali hanno bisogno di uno scenario centrale. Questo è ritenuto possibile, ma perché si realizzi molte cose (specie nel Regno Unito) dovranno andare nel verso giusto. Altri tagli potrebbero verificarsi se gli istituti tollerassero una crescita dei prezzi superiore al target, ma questo è giudicato improbabile.
Se l’inflazione rimanesse sopra l’obiettivo, è ragionevole attendersi uno stop al ciclo di allentamento.
Fonte: ricerca Gavekal Research