
Nella prima seduta di febbraio le quotazioni dei principali indici di Borsa statunitensi veleggiano in territorio positivo. In attesa delle
importanti trimestrali che verranno pubblicate stasera (tra cui Apple, Amazon e Meta) e dei
dati del mercato del lavoro USA di domani, gli acquisti sono stati spinti dalle
ultime misurazioni sulle richieste di sussidi di disoccupazione. Questi infatti hanno segnato il valore più alto da novembre 2023. I mercati sembrano aver già lasciato alle spalle la delusione in merito
all’allontanarsi dell’ipotesi di taglio dei tassi da parte della Fed. Ora le probabilità di una riduzione a marzo (misurata da Refinitiv) è del 22,7%, mentre quella di un taglio ad aprile è del 74,8%.
Il future dell’S&P 500 segna il +0,42%, quello sul Dow Jones il +0,04% e quello sul NASDAQ 100 il +0,60%. Continua il calo dei rendimenti obbligazionari, con quello del decennale USA in contrazione del -1,66% al 3,9%. In Europa il FTSE Mib registra il +0,13%, il DAX il -0,10% e il CAC 40 il -0,55%. A pesare potrebbero essere gli
ultimi dati sull’inflazione dell’Eurozona, che hanno mostrato un rallentamento della variazione core inferiore rispetto a quello sperato dagli analisti. Lato materie prime è da segnalare il +0,92% del petrolio WTI. Secondo le indiscrezioni,
l’OPEC+ manterrà anche per questo trimestre l’attuale politica di tagli. Sul fronte dell’offerta invece, la produzione USA è salita a 13,3 milioni di barili al giorno a novembre, oltre i record di settembre.