Petrolio: il rialzo potrebbe continuare?

 Le quotazioni del petrolio di recente sono riuscite a mettere a segno importanti rialzi, con il WTI che ieri ha raggiunto i top da novembre 2023 prima di perdere terreno. In questo quadro, le tensioni geopolitiche hanno un ruolo marginale nell’aver innescato gli acquisti, in quanto questi potrebbero essere dovuti più agli ultimi dati macroeconomici che hanno mostrato un’economia USA forte (e quindi maggiore speranza di una crescita della domanda). Inoltre, si stanno verificando delle tempeste invernali che stanno colpendo l’output statunitense. Il grande freddo nel North Dakota e in Texas ha rallentato la produzione di 1 milione di barili al giorno nella settimana conclusa il 19 gennaio. 

Ma questo rialzo potrà durare? Daniel Ghali di TD Securities ritiene che il recente aumento dei prezzi del petrolio ha spinto gli acquisti da parte dei trader trend-follower. Per invogliare più operatori ad acquistare, i prezzi dovrebbero salire ancora. Questo è tutt’altro che facile: come nota Scott Shelton di United ICAP molti sono rimasti scottati dagli aumenti di breve termine a partire dal 2022. In effetti, nessun evento geopolitico degli ultimi tempi è riuscito a creare i presupposti per un rialzo sostenuto. Si pensi che gli analisti di JP Morgan hanno calcolato che non c’è alcun premio per il rischio geopolitico incorporato nelle quotazioni. Gli esperti ritengono anche che le tensioni sul Mar Rosso siano facilmente gestibili, mentre le ondate di freddo in USA dovrebbero avere un impatto transitorio.



Tutto ciò avviene in una situazione caratterizzata da un’assenza di interruzioni importanti sul fronte dell’offerta che mantengono il mercato calmo. Ciò è evidenziato anche dalla volatilità implicita delle opzioni, che aiuta a misurare il costo dell’assicurazione contro le impennate dei prezzi. Questo valore è infatti su livelli tipici dei periodi tranquilli

A pesare sul mercato vi è anche un’eccedenza di greggio a livello globale, che potrebbe peggiorare nel 2025 con l’espansione dei progetti offshore. Infine, maggiori sicurezze derivano dai 5 milioni di barili al giorno di capacità inutilizzata dell’OPEC, che aiuterebbe a compensare un impatto fortemente negativo sulle forniture e a colmare l’eventuale aumento inatteso della domanda.

Fonte: Wall Street Journal

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