Le trimestrali della settimana: Goldman, J&J, BofA, Netflix e altre

È entrata nel vivo la stagione delle trimestrali in USA. Secondo i dati Bloomberg, il 44,07% delle 59 società dell’S&P 500 che hanno pubblicato i risultati ha registrato ricavi superiori al previsto, mentre il 74,58% lo ha fatto sugli utili.

Fonte immagine: Bloomberg

Ecco i risultati delle principali società che monitoriamo

Trimestrale Goldman Sachs

🔹Ricavi: 15,062 miliardi di dollari, stime a 14,761 miliardi (dati Bloomberg)
🔹EPS: 14,12 dollari contro previsioni a 12,26 dollari (dati Bloomberg)
🔹Ricavi business Global Banking and Markets: 10,707 miliardi di dollari, stime a 10,42 miliardi (dati Bloomberg)
🔹Reddito da interessi netti: 2,895 miliardi di dollari, consensus a 2,277 miliardi (dati Bloomberg)
🔹CET1 ratio: 14,8%, previsioni a 14,96% (dati Refinitiv)

Trimestrale Johnson & Johnson

🔹Ricavi: 21,893 miliardi di dollari, consensus a 21,584 miliardi (dati Bloomberg)
🔹EPS adjusted: 2,77 dollari, attese a 2,60 dollari (dati Bloomberg)
🔹Ricavi segmento Innovative Medicine: 13,873 miliardi di dollari contro stime a 13,427 miliardi (dati Bloomberg)
🔹Ricavi segmento MedTech: 8,02 miliardi, consensus a 8,194 miliardi (dati Bloomberg)
🔹Per il 2025 la società si aspetta vendite operative in crescita del 2%-3% e ricavi operativi tra 91 e 91,8 miliardi di dollari (da 89,2 e 90 miliardi precedentemente attesi). Gli EPS adjusted sono visti tra 10,5 e 10,7 dollari

Trimestrale Bank of America

🔹Ricavi: 27,511 miliardi di dollari, attese a 26,923 miliardi (dati Bloomberg)
🔹EPS adjusted: 0,9 dollari contro previsioni a 0,82 dollari (dati Bloomberg)
🔹Ricavi segmento trading: 5,664 miliardi di dollari, stime a 5,552 miliardi (dati Bloomberg)
🔹Commissioni dell’Investment Banking: 1,598 miliardi di dollari, stime a 1,57 miliardi (dati Bloomberg)
🔹Ricavi del business Global Wealth & Investment Management: 6.016 miliardi di dollari, stime a 5,996 miliardi (dati Bloomberg)
🔹Reddito da interessi netti 14,588 miliardi di dollari, attese a 14,57 miliardi (dati Bloomberg)
🔹Gli accantonamenti per perdite su crediti sono stati 1,48 miliardi di dollari, meno degli 1,53 miliardi attesi
🔹BofA si aspetta un reddito da interessi netti tra 15,5 e 15,7 miliardi di dollari nel 2025

Trimestrale Citigroup

🔹Ricavi: 21,6 miliardi di dollari, attese a 21,278 miliardi (dati Bloomberg)
🔹EPS: 1,96 dollari, consensus a 1,84 dollari (dati Bloomberg)
🔹Ricavi da servizi: 4,889 miliardi di dollari, stime a 5,005 miliardi (dati Bloomberg)
🔹Ricavi segmento Markets: 5,986 miliardi di dollari, attese a 5,745 miliardi (dati Bloomberg)
🔹Ricavi segmento Banking: 1,952 miliardi di dollari, previsioni a 1,646 miliardi (dati Bloomberg)
🔹Ricavi segmento US Personal Banking: 5,228 miliardi di dollari, stime a 5,25 miliardi (dati Bloomberg)
🔹Ricavi segmento Wealth: 2,096 miliardi di dollari, consensus a 2,003 miliardi (dati Bloomberg)
🔹Commissioni dell’Investment Banking: 1,104 miliardi di dollari, attese a 979 milioni (dati Bloomberg)
🔹Reddito da interessi netti: 14,012 miliardi di dollari, attese a 13,683 miliardi (dati Bloomberg)
🔹Spese operative totali: 13,425 miliardi di dollari contro stime a 13,671 miliardi (dati Bloomberg)
🔹Gli accantonamenti per perdite su crediti si sono attestati a 2,7 miliardi di dollari, il +15% su base annuale

Trimestrale United Airlines

🔹Ricavi: 13,213 miliardi di dollari, stime a 13,191 miliardi (dati Bloomberg)
🔹EPS adjusted: 0,91 dollari, consensus a 0,74 dollari (dati Bloomberg)
🔹Spese operative totali: 12,605 miliardi di dollari, consensus a 12,768 miliardi (dati Bloomberg)
🔹EBITDA: 1,334 miliardi di dollari, attese a 1,187 miliardi (dati Bloomberg)
🔹I ricavi dei biglietti premium sono cresciuti del 9,2%, quelli Business del 7,4% e quelli Basic Economy del +7,6%
🔹Per il 2° trimestre, la società prevede EPS adjusted tra 3,25 e 4,25 dollari
🔹Per il 2025, ipotizzando un ambiente stabile, gli EPS adjusted dovrebbero veleggiare tra 11,5 e 13,5 dollari, mentre in una situazione di recessione l’intervallo passerebbe tra 7 e 9 dollari. Il Capex è atteso all’interno dei 6,5 miliardi di dollari

Trimestrale American Express

🔹Ricavi: 16,967 miliardi di dollari, stime a 16,959 miliardi (dati Bloomberg)
🔹EPS: 3,64 dollari, attese a 3,48 dollari (dati Bloomberg)
🔹Gli accantonamenti per perdite su crediti sono stati 1,2 miliardi di dollari, sotto gli 1,3 miliardi di 1 anno fa
🔹Spese di gestione: 12,487 miliardi di dollari, attese a 12m402 miliardi (dati Bloomberg)
🔹Per il 2025, la società si aspetta una crescita dei ricavi tra l’8% e il 10% ed EPS tra 15 e 15,5 dollari. Le attese sono soggette al contesto macroeconomico

Trimestrale Netflix

🔹Ricavi: 10,542 miliardi di dollari, attese a 10,496 miliardi (dati Bloomberg)
🔹EPS: 6,61 dollari, consensus a 5,68 dollari (dati Bloomberg)
🔹EBIT: 3,347 miliardi di dollari, stime a 2,996 miliardi (dati Bloomberg)
🔹Il margine operativo è passato dal 28,1% al 31,7%
🔹I risultati sono stati spinti da prezzi più alti e una forte programmazione (come la serie Adolescence)
🔹Per la prima volta, la società non ha pubblicato il numero di clienti aggiunti o persi
🔹Per il secondo trimestre 2025, Netflix si aspetta ricavi a 11,035 miliardi di dollari, EPS a 7,03 dollari e un margine operativo al 33,3%
🔹Per il 2025, la società si aspetta ricavi tra 43,5 e 44,5 miliardi, con un margine operativo del 29%

LVMH: vendite in calo nel 1° trimestre

LVMH ha pubblicato i risultati delle vendite del primo trimestre 2025, che si sono attestate a 20,3 miliardi di euro, in calo del 3% su base annuale. Le stime Bloomberg erano per un dato a 21,139 miliardi di euro.

A livello di segmenti, il fatturato del business Wines & Spirits è sceso del -9%, quello del Fashion & Leather Goods del -5%, quello del Perfumes & Cosmetics ha registrato il -1%, quello del Watches & Jewelry lo 0% e quello del Selective Retailing il -1%.

Le vendite USA sono scese del 2%, quelle in Giappone dell’1%, quelle dell’Asia dell’11%. L’unica area in positivo è l’Europa, con il +2%.

Cecile Cabanis, CFO del gruppo, ha detto che le tariffe hanno messo l’azienda in un territorio sconosciuto e verrà presa in considerazione un aumento dei prezzi per compensare l’impatto dei dazi, oltre ad un possibile aggiustamento dei costi di marketing.

 

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