Inflazione: sta arrivando la seconda ondata?

Siamo di fronte ad una nuova ondata di inflazione? In effetti, gli ultimi dati sui prezzi negli USA e le tensioni Mediorientali hanno fatto ripartire queste discussioni, riportando in auge un grafico di Larry Summer che compara la situazione attuale con quella degli anni ’70. Dario Perkins di TS Lombard ritiene che un’impennata dei prezzi dell’energia potrebbe rimandare nuovamente l’avvio dell’allentamento monetario. L’analista sottolinea che è difficile che la situazione degli anni ’70 si ripeta, vista la trasformazione economica innescata da 40 anni di neoliberismo.


Fonte: ricerca TS Lombard

Quale potrebbe essere la risposta delle Banche centrali? L’ultima volta in cui i prezzi dell’energia hanno avuto un forte rialzo gli istituti hanno avuto una risposta molto aggressiva, giustificata con lo squilibrio dei mercati del lavoro. I lavoratori erano infatti in una situazione causata da un incremento della domanda e un deterioramento dell’offerta, che permetteva di ottenere maggiori aumenti salariali.


Fonte: ricerca TS Lombard

Tuttavia al momento questi squilibri sono in gran parte scomparsi, ciò secondo i banchieri dimostra che la politica è sufficientemente stretta, rendendo improbabile una seconda ondata inflazionistica. L’impennata dei prezzi del petrolio potrebbe spingere l’inflazione (qui alcuni possibili scenari), ma non abbastanza da giustificare altri rialzi del costo del denaro. Piuttosto, resta più probabile uno spostamento in avanti dell’inizio del percorso dei tagli.

Fuori dagli USA c’è però un altro problema: il dollaro più forte, spinto dalla sovraperformance economica statunitense e dalle tensioni geopolitiche. Se i prezzi del petrolio aumentassero, le Banche centrali avrebbero maggiore riluttanza a divergere dalla Fed.

Fonte: ricerca TS Lombard

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