03 ottobre 2023
Dichiarazioni di Mester e Barr (Fed) su politica monetaria e possibilità di nuovi rialzi dei tassi
Loretta Mester, Presidente della Fed di Cleveland, ha detto che probabilmente sarà necessario un altro rialzo dei tassi nel 2023, i quali andranno mantenuti elevati per un certo periodo di tempo. In ogni caso, tutto dipenderà dai dati in arrivo. Mester ha anche evidenziato che i rischi per l’inflazione restano inclinati verso l’alto e l’aumento dei prezzi del gas potrebbero spingere i consumatori ad aspettarsi una nuova accelerazione dell’indice dei prezzi al consumo. Per quanto riguarda il mercato del lavoro, la Governatrice della Fed di Cleveland ritiene che questo sia in un migliore equilibrio e che alcune pressioni salariali si stiano allentando. In un discorso successivo, ha affermato che sarebbe favorevole ad un altro rialzo dei tassi se l’economia USA avesse un andamento simile a quello visto nel periodo del meeting di settembre. Per Mester, i rendimenti a lungo termine influenzeranno l’outlook di politica monetaria e si aspetta che l’inflazione raggiunga il 2% entro fine 2025. Michael Barr, Vicepresidente per la supervisione della Fed, ha affermato che i tassi si trovano vicini al picco e ora la questione sarà per quanto tempo questi andranno mantenuti elevati. Barr ha evidenziato inoltre che gli effetti dei rialzi del costo del denaro sull’economia si mostreranno nei prossimi mesi.
La RBA lascia i tassi fermi al 4,1%
La Reserve Bank of Australia ha mantenuto fermi i tassi al 4,1%. Per la Governatrice Michele Bullock, ulteriori inasprimenti della politica monetaria potrebbero rivelarsi necessari per riportare al target l’inflazione, anche se tutto dipenderà dai dati. Sulle prospettive economiche vi sono diverse incertezze, come la possibile persistenza dell’inflazione dei servizi, ritardi negli effetti della politica monetaria, il comportamento delle aziende su pricing e salari per rispondere a una crescita economica più debole, il rallentamento della Cina e le prospettive sui consumi delle famiglie.
Dichiarazione Lane e Simkus (BCE) su inflazione
Philip Lane, Capoeconomista della BCE, ha detto che la crescita dei salari sta tenendo elevata l’inflazione dell’Eurozona, anche se il fenomeno dovrebbe moderarsi nei prossimi mesi. Lane ritiene che c’è ancora del lavoro da fare nella riduzione dei prezzi. Inoltre, i prezzi del gas sono attesi in salita rispetto ai livelli attuali. Il Capoeconomista dell’Eurotower evidenzia che sarà importante tenere sott’occhio la componente energetica nei prossimi mesi e anni. Gediminas Simkus, Presidente della Banca centrale lituana, ha affermato che i tassi andranno mantenuti su livelli restrittivi per tutto il tempo necessario a riportare l’inflazione al target. Per Simkus, lo shock inflazionistico deve ancora affrontare molte resistenze.
Dichiarazioni Valimaki (sostituto di Rehn nel Consiglio della BCE) su possibili aumenti dei tassi
Tuomas Valimaki, esponente del board della Banca centrale finlandese e sostituto di Olli Rehn, ha detto che non si possono escludere altri aumenti dei tassi in futuro. Questo perché ci sono ancora diversi rischi che potrebbero mettere in ulteriore difficoltà il percorso di discesa dell’inflazione.
Dichiarazioni Bostic (Fed) su tassi
Raphael Bostic, Presidente della Fed di Atlanta, ha detto che non c’è fretta di alzare ancora i tassi visto che l’economia e l’inflazione stanno rallentando. Tuttavia, per i tagli del costo del denaro sarà necessario aspettare molto tempo.
USA: aperture lavori JOLTS sorprendono al rialzo
Il mercato del lavoro USA continua a stupire. Le aperture di lavori JOLTS si sono attestate a 9,61 milioni ad agosto, oltre gli 8,8 milioni attese da Reuters e agli 8,92 milioni di luglio (rivisto da 8,827 milioni). Il tasso di abbandono, ossia le uscite volontarie rapportate all’occupazione totale, è stato del 2,3%, minimo dal 2020. Questo potrebbe indicare che le persone sono meno fiduciose nel riuscire a trovare un’altra occupazione.
State Street: Fed verso un taglio dei tassi da 100-200 punti base nel 2024
Ormai è convinzione comune che la Fed manterrà i tassi più in alto e più al lungo, opinione confermata da quasi tutte le ultime dichiarazioni degli esponenti del board della Banca centrale. Tra gli analisti ci sono tuttavia opinioni discordanti. Ad avere una view contrarian vi è Lori Heinel, CIO di State Street Global Advisors, secondo cui la Federal Reserve potrebbe tagliare il costo del denaro di 100 o addirittura 200 punti base nel 2024. Questo a causa di un nuovo rallentamento di crescita e inflazione. Heinel ritiene che il ciclo di inasprimento sia concluso, con il PIL che nel 2024 potrebbe rallentare all’1,1% e l’inflazione a meno del 3%. In questo quadro, l’asset manager ha acquistato più Treasury a lunga scadenza. Al momento, il mercato si attende circa 50 punti base di tagli nel 2024.
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