Settore beauty: per l'AD di L'Oréal crescerà del 50% entro il 2030, quali attese?

In un’intervista a Bloomberg, l’AD di L’Oréal Nicolas Hieronimus, ha offerto interessanti prospettive e opinioni sul settore del beauty. Il manager ritiene infatti che il settore possa arrivare a valere 400 miliardi di euro nel 2030, quasi il 50% in più rispetto agli attuali 270 miliardi. I driver della crescita saranno l’aumento della classe media, la richiesta di prodotti di più alta qualità e l’allargamento della base dei consumatori oltre a donne e giovani. Hieronimus ritiene che attualmente la trasformazione principale del settore è quella relativa alla tecnologia (“beauty-tech). Questa aiuta ad aumentare le prestazioni dei prodotti di bellezza tramite la personalizzazione e la diagnosi. Inoltre, l’AI è vista come un modo per consentire ai ricercatori di identificare nuovi modi per formulare i prodotti.   Fonte Statista In generale, Statista ritiene che i ricavi del comparto “beauty & personal care” possano passare da 579,22 miliardi di dollari nel 2023 a 688,89 miliardi nel 2028, con un tasso di crescita composto annuo del 3,53%. Sebbene il CAGR non sia di certo dei più alti, evidenzia la stabilità del settore. Questa considerazione è ancora più interessante se si pensa che il comparto tende ad avere un’elevata marginalità. Stando alle attese Refinitiv di L’Oréal, Estee Lauder e Ulta Beauty, i margini lordi attesi per l’anno in corso sono rispettivamente del 77,17%, 71,87% e 39,03%. Inoltre, il comparto tende a resistere bene a periodi di recessione grazie ad un fenomeno prevalentemente psicologico chiamato “Lipstick Effect”. Questo effetto si verifica prevalentemente durante recessioni, rallentamenti economici o quando i consumatori hanno del denaro da parte: tutti periodi in cui prendere dei beni di lusso troppo costosi diventa complicato. Le persone preferiscono acquistare prodotti premium con un costo più ridotto, come appunto quelli per la cura personale (appunto i rossetti da cui l’effetto prende il nome). Riprendendo le parole di Hieronimus, possiamo fare un focus grazie all’ultimo Global Wealth Report di UBS, che evidenzia come nei prossimi 5 anni la ricchezza globale dovrebbe crescere del 38% arrivando nel 2027 a 629.000 miliardi di dollari. La tendenza sarà guidata dalla crescita dei Paesi a medio reddito. Questo dovrebbe dunque sostenere la crescita delle vendite dei beni discrezionali. Elaborazione FreeFinance su dati Refinitiv Elaborazione FreeFinance su dati Refinitiv In effetti, se si guarda a L’Oréal i ricavi sono risultati in una crescita piuttosto costante. Gli EPS invece sono riusciti a recuperare abbastanza velocemente i valori pre-recessione. Per i prossimi anni, guardando sempre alle attese Refinitiv il fatturato dovrebbe passare da 41,507 miliardi di euro nel 2023 a 47,24 miliardi nel 2025, mentre gli utili per azione sono visti in crescita da 12,16 a 14,28 di euro. Arriviamo infine alle attese degli analisti sul titolo. Il consensus degli analisti censiti da Refinitiv vede 4 “strong buy”, 6 “buy”, 14 “hold”, 2 “sell” e 2 “strong sell”. Il prezzo obiettivo medio è di 428,32 euro, il 7,7% in più rispetto ai prezzi attuali. In conclusione, le parole del CEO di L’Oréal confermano la view positiva sul settore. Un possibile vento contrario potrebbe arrivare dalla competizione. Come lo stesso Hieronimus ricorda, la diffusione di internet e degli e-commerce hanno abbassato le barriere all’ingresso per le start-up. Su questo fronte, uno studio di Corra Research sui brand di prodotti di bellezza usati dalle donne per 5 o più anni, i marchi accessibili hanno avuto la meglio su quelli di fascia alta. La ricerca mostra comunque che i marchi mainstream come Maybelline, Neutrogena e L’Oréal riescono a fidelizzare i clienti nel lungo termine. Se per le start-up del comparto è più facile nascere, ottenere un vantaggio di costo sfruttando le economie di scala potrebbe non essere così rapido. Fonte Statista Inoltre, Statista mostra come il canale di vendita principale per i prodotti di bellezza rimarrà quello fisico.

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Dichiarazioni Lane (BCE) su livello dei tassi e inflazione

Philip Lane, Capoeconomista della BCE, ha detto che al momento i tassi sono ad un livello sufficientemente elevato per far scendere l’inflazione. Tuttavia, i tempi e la quantità di eventuali altri incrementi dipenderanno solamente dai dati. Con l’ultimo ritocco inoltre l’economia potrebbe essere stata protetta da shock al rialzo sui prezzi. Lane ha anche detto che gli effetti delle precedenti mosse di politica monetaria devono ancora manifestarsi totalmente. Infine, l’esponente dell’Eurotower ha detto che per valutare il percorso dell’indice dei prezzi al consumo andranno valutati i dati sulle dinamiche salariali e dei profitti. Su questo tema, il Capoeconomista della BCE ha affermato che le aziende dell’Eurozona stanno assorbendo le pressioni salariali, mentre il mercato del lavoro sta iniziando a perdere slancio.

L'accordo di Microsoft con Activision è sempre più vicino, Ubisoft a +4%

L'acquisizione di Activision Blizzard da parte di Microsoft per un valore di 69 miliardi di dollari sembra destinata a superare l'ultimo ostacolo normativo dopo che le autorità britanniche per la concorrenza hanno segnalato che accetteranno le ultime concessioni, ponendo fine a un'attesa di oltre un anno e mezzo per il completamento della più grande operazione mai realizzata del settore. L'Autorità per la concorrenza e i mercati ha dichiarato che la nuova proposta di Microsoft (che include la vendita di alcuni diritti di gioco alla francese Ubisoft) dovrebbe mantenere aperta la concorrenza nel settore del cloud gaming per anni. L'autorità si consulterà sull'offerta fino al 6 ottobre. "Si tratta di un accordo nuovo e sostanzialmente diverso, che mantiene la distribuzione cloud di questi importanti giochi nelle mani di un forte fornitore indipendente, Ubisoft, piuttosto che sotto il controllo di Microsoft", ha dichiarato Colin Raftery, direttore senior delle fusioni presso la CMA. Activision segna un +1,10%, Ubisoft segna un +4%. Fonte: Bloomberg

Eurozona: settore manifatturiero e dei servizi rimangono deboli anche a settembre

A settembre, in Eurozona l’HCOB PMI manifatturiero preliminare (settembre), si è attestato a 43,4 punti, quello sui servizi a 48,4 punti e quello composito a 47,1 punti. Gli analisti censiti da Reuters si aspettavano rispettivamente 44, 47,7 e 46,5 punti, mentre ad agosto si erano registrati 43,5, 47,9 e 46,7 punti. Rimanendo sotto i 50 punti, i dati evidenziano la debolezza dell’economia dell’Eurozona. Commentando le misurazioni, David Powell, Senior Euro-Area Economist di Bloomberg, ha detto che l’attività rimane debole e con buone probabilità la BCE ha finito di alzare i tassi, mentre i rischi di hard landing sono elevati.

Dichiarazioni de Guindos e de Cos (BCE) su inflazioni e livello dei tassi

  • Luis de Guindos, Vicepresidente della BCE, ha detto che i rischi in merito alle prospettive di inflazione sono più equilibrati rispetto al passato.
  • Pablo Hernandez de Cos, Presidente della Banca centrale spagnola, ha affermato che sulla base delle informazioni disponibili e di strumenti analitici, l’attuale livello dei tassi si può considerare “ampiamente coerente con il raggiungimento del target di inflazione nel medio termine, se mantenuto per un periodo sufficientemente lungo”. L’inflazione potrebbe quindi aver “svoltato l’angolo”. Inoltre non si possono escludere tagli ai tassi, anche se al momento non possono essere confermati. Per de Cos, l’Eurotower dovrebbe essere cauto nell’interrompere totalmente il PEPP e il board non sta tenendo in considerazione la vendita dei bond.

Le azioni sotto la lente

  • Piper Sandler ha tagliato il prezzo obiettivo su Beyond Meat da 6 a 3 dollari.
  • JP Morgan ha alzato il target sulle azioni ENI da 15,5 a 19 euro, portando il giudizio da “neutral” a “overweight”.
  • Amazon ha annunciato che a partire dal 2024 il servizio Prime Video introdurrà delle “pubblicità limitate”. L’introduzione partirà con USA, Canada, Regno Unito e Germania. Nel corso dell’anno toccherà ad Italia, Francia, Spagna, Messico e Australia. Per 2,99 dollari in più al mese, i clienti statunitensi potranno ottenere il piano ad-free, anche se gli spot continueranno ad esserci per i contenuti relativi a eventi dal vivo e sportivi. Per gli altri Paesi i dettagli dei prezzi verranno diffusi in un momento successivo.
  • Secondo quanto riporta Politico, la FTC statunitense presenterà in un tribunale federale una causa antitrust contro Amazon entro martedì prossimo, tuttavia non sono stati resi noti i dettagli.

Dichiarazioni Collins (Fed) su necessità di tassi "higher for longer" e S&P Global PMI di settembre (preliminari)

  • Susan Collins, Presidente della Fed di Boston, non ha escluso la possibilità di altri rialzi dei tassi in quanto l’inflazione non è ancora stata contenuta ed è ancora troppo presto per dire se il dato è su una traiettoria sostenibile per tornare al target. Collins sostiene l’opinione di un costo del denaro più alto per più tempo. Inoltre, l’attuale contesto ritiene necessaria una considerevole pazienza da parte del board, in modo tale da avere i giusti segnali dai dati in quanto ad esempio alcuni importanti aspetti dell’inflazione non hanno ancora mostrato miglioramenti significativi.
  • Negli USA, a settembre gli S&P Global PMI manifatturieri (preliminari) si sono attestati a 48,9 punti, mentre quelli dei servizi a 50,2 punti. Le attese Reuters vedevano rispettivamente 48 e 50,2 punti, mentre ad agosto si erano registrati 47,9 e 50,5 punti.

Dichiarazioni Kahksari, Bowman e Daly (Fed) su tassi, consumi e inflazione

  • Neel Kashkari, Presidente della Fed di Minneapolis, ha detto che la spesa dei consumatori continua a superare le sue attese di un indebolimento a fronte dei rialzi dei tassi.
  • La Governatrice della Fed Michelle Bowman ritiene che l’istituto centrale debba alzare i tassi per controllare in modo tempestivo l’inflazione. Oltre a ciò, Bowman ritiene che il quadro non sia chiaro, con i prezzi dell’energia che potrebbero influenzare negativamente i progressi fatti fino ad ora. L’esponente del board della Federal Reserve ha anche evidenziato che i progressi sull’indice dei prezzi al consumo saranno probabilmente lenti. Inoltre, il costo del denaro dovrà essere mantenuto alto per un certo tempo. Sul fronte dei prestiti, Bowman ritiene che il restringimento degli standard per la loro emissione non sta mostrando segni di una decisa contrazione del credito che rallenti in modo significativo l’economia.
  • Mary Daly, Presidente della Fed di San Francisco, ha affermato che a dispetto degli ultimi dati positivi sono necessari ulteriori segnali per capire se siano necessari altri rialzi dei tassi. Daly ha poi detto di monitorare con attenzione l’aumento dei prezzi dell’energia e la componente non abitativa dell’inflazione che risulta appiccicosa. Inoltre, l’esponente del board della Fed non ritiene probabile un ritorno dei prezzi al 2% nel 2024. Per quanto riguarda i consumi, questi continuano a sorprendere al rialzo tuttavia, anche se restano su livelli storicamente bassi, si sta osservando un incremento del debito delle carte di credito e delle inadempienze.

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