Una delle questioni di maggiore importanza se si parla di economia cinese è quanto il Governo sia disposto a spingere sull’acceleratore sul fronte degli stimoli. I fattori scatenanti del supporto sono le preoccupazioni per la stabilità sociale, il rischio finanziario e quello per l’obiettivo di crescita. Gli analisti di TS Lombard ritengono che il 2024 sarà un anno in cui gli stimoli cinesi supereranno le aspettative a causa dell’aumento delle paure di stabilità sociale e quelle di non raggiungere il target del PIL.
Fonte: ricerca TS Lombard
La moderazione al supporto che abbiamo visto finora è giudicata come una scelta e non come una mancanza di potenza di fuoco visto che il Paese ha molte alternative per riaccendere l’economia. Gli esperti vedono le opzioni più eterodosse nella ristrutturazione delle baraccopoli, in una bad bank per il settore immobiliare, stimoli per i consumi e un fondo di garanzia per le vendite anticipate.
Se tuttavia ci sono gli strumenti, perché non usarli? TS Lombard evidenzia che già nel 2013 il Premier Wen Jiabao aveva messo in luce che la crescita era squilibrata, non coordinata e insostenibile. Nel 2016 il 45% dei prestiti è stato destinato all’immobiliare, con il settore arrivato a rappresentare il 30% dell’attività economica. Se si continuasse a fare affidamento sul comparto, si potrebbe minare il Governo stesso.
Dal 2016 ha iniziato a cambiare la reazione di funzione delle politiche, passando da grandi stimoli una tantum a misure graduali “a goccia”. Gli ultimi shock globali come il Covid e il conflitto tra Russia e Ucraina hanno accelerato gli sforzi verso un nuovo modello di crescita e stimolo. Questo nuovo paradigma sembra essere basato su una crescita più lenta, sostenibile ed equa, spinta da consumi ad alta tecnologia.
In generale, sembra che il dibattito per gli stimoli verta su due scenari:
Il primo riguarda una situazione non così negativa, con un settore tech in piena espansione e una necessaria correzione del comparto immobiliare. Lo stimolo in questo quadro potrebbe esacerbare gli squilibri strutturali esistenti.
Il secondo riguarda una sofferenza dell’economia che necessita riforme che portino a una crescita. Se ciò non avvenisse il rischio è di difficoltà finanziarie e sociali, oltre ad un potenziale “decennio perduto” come in Giappone.
Gli indizi portano a pensare che Xi Jinping sia nel primo scenario, i tecnocrati come la PBOC nel secondo. Negli scorsi mesi sono stati notati dei segnali in merito al passaggio dei funzionari ad una mentalità favorevole alla crescita ciclica.
Fonte: ricerca TS Lombard
Attualmente il numero di proteste in Cina è superiore ai massimi storici. Inoltre l’obiettivo di un PIL intorno al 5% è un altro fattore a sostegno di nuovi stimoli (gli analisti vedono l’intorno al 4,7% al 5,2%). Pechino dovrebbe ridurre o aumentare gli stimoli a seconda del fatto che l’economia si avvicini o si allontani alla fascia obiettivo. L’attuale traiettoria di crescita e gli stimoli annunciati indicano che non verrà raggiunto l’obiettivo e non verranno risolti facilmente i problemi di natura finanziaria e sociale. Per questo motivo, nel 2° semestre del 2024 potrebbero essere annunciate nuove misure. In questo modo, la misura del PIL della Cina potrà arrivare vicina al 5%. Per ora gli stimoli messi in campo dalla Cina hanno superato le attese di TS Lombard ma non quelle del mercato, ancora in attesa del “bazooka”.
Come potrebbero essere i prossimi stimoli cinesi
Ma come saranno i prossimi stimoli? TS Lombard ritiene che la loro natura sarà per gran parte fiscale. Il deficit potrebbe venire aumentato di 1,5-2 punti percentuali, con la spesa divisa tra politica di sostegno e infrastrutture tradizionali. Nella seconda metà del 2024 si potrebbe vedere dunque 700 miliardi di yuan dedicati alle amministrazioni locali e centrali. L’allentamento monetario e immobiliare si baserà sugli strumenti di prestito strutturali e sul completamento delle costruzioni pre-vendita. Sono previsti 20 punti base di taglio dei tassi e 500 miliardi di yuan nei PSL. L’allentamento immobiliare prevederà una maggiore erogazione di prestiti per completare le case vendute in precedenza, anche se ciò non risolverà lo squilibrio tra domanda e offerta.
Fonte: ricerca TS Lombard