Studio FreeFinance - La relazione tra le decisioni sui tassi della Fed e le performance dell'S&P 500

Le attese del CME FedWatch Tool lasciano intendere che la Fed potrebbe aver concluso con il rialzo dei tassi. In ogni caso, appare ragionevole pensare che il picco sia vicino. Cosa attendersi dunque dalle azioni? Abbiamo analizzato tutte le decisioni della Fed in tema di tassi dal 1994 mettendo in relazione la performance dell’S&P 500 su vari orizzonti temporali. Prima di vedere i risultati dello studio occorre fare alcune precisazioni: 🔸Nei casi in cui c’è stata una chiusura di Wall Street, è stato considerato il primo valore di close disponibile. 🔸Per i periodi di recessione, abbiamo considerato quelli identificati dal National Bureau of Economic Research. 🔸Abbiamo considerato 5 cicli di aumenti dei tassi (1994, 1999, 2004, 2015 e quello ancora attivo del 2022) e 4 di tagli (1995, 2001, 2007 e 2019). Abbiamo concluso un ciclo nel momento in cui è stato effettuato l’ultimo rialzo o taglio. Una prima considerazione: nel periodo analizzato, nei casi di recessione la Fed non ha mai alzato il costo del denaro, mentre è capitato in diverse occasioni il contrario.

🔹Nei casi in cui la decisione della Fed è stata quella di alzare i tassi, la performance media dell’S&P 500 nel giorno di chiusura è del +0,24%, quella a 7 giorni dalla decisione è del -0,36% e quella se si considera la chiusura di 7 sedute prima è del +0,30%. 🔹I valori nel caso di taglio dei tassi sono stati invece rispettivamente del +0,02% nel giorno della decisione, del -0,03% 7 giorni dopo e del -0,64% se si considera la chiusura di 7 sedute prima. 🔹Nelle volte in cui la Fed ha lasciato i tassi fermi i valori sono: +0,20% nel giorno della decisione, +0,32% 7 giorni dopo e +0,08% se si considera la chiusura di 7 sedute prima. Dati più interessanti li abbiamo identificati guardando la performance a 30, 60, 120 e 365 giorni dopo la decisione. 🔹Per l’S&P 500 dall’inizio dei cicli di rialzo dei tassi si è registrata una performance media a 30 giorni del -3,89%, del -5,02% a 60 giorni, del -3,92% a 120 giorni e del +3,05% a 365 giorni.

🔹Dall’inizio dei cicli di tagli invece, la variazione media a 30 giorni è stata del +0,19%, del -2,77% a 60 giorni, del -1,25% a 120 giorni e del -2,46% a 365 giorni. Questo risultato appare coerente, in quanto un costo del denaro in ribasso tende a corrispondere a periodi di difficoltà dell’economia. Infine, considerando che ci si avvicina alla fine dell’attuale ciclo di rialzi dei tassi, abbiamo osservato le variazioni a 30, 60, 120 e 365 dall’ultimo incremento. La variazione media a 30 giorni è del +2,72%, quella a 60 giorni del 5,95%, quella a 120 giorni del 9,70% e quella a 1 anno del +17,34%. In sintesi, per quanto concerne gli inizi di un ciclo di rialzo o di ribasso i dati sono più favorevoli alle strategie di stampo short. Viceversa, la fine degli aumenti del costo del denaro vede più probabile un rialzo delle Borse.

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