Fed: perché Powell può complicare i piani di Trump
03 dicembre 2025
Ormai sembra certo (Polymarket assegna una probabilità dell’85%) che il prossimo leader della Fed sarà Kevin Hassett.
Il Wall Street Journal segnala che l’Amministrazione statunitense ha cancellato una serie di colloqui che avrebbero dovuto iniziare questa settimana con un gruppo di finalisti per la carica di prossimo Presidente della Banca centrale, in quanto Trump avrebbe deciso chi mettere alla guida.
Un portavoce della Casa Bianca ha ribadito il fatto che nessuno sa quale sarà la scelta di Trump e tutto ciò che viene detto è pura speculazione.
Per completezza, gli altri finalisti sono i componenti del board Christopher Waller e Michelle Bowman, l'ex esponente del board della Fed Kevin Warsh e Rick Rieder di BlackRock.
La tempistica dell’annuncio è più chiara: sarà l’inizio del 2026 stando alle ultime dichiarazioni del Presidente USA. In precedenza, Bessent aveva segnalato che la scelta avrebbe potuto essere comunicata prima di Natale.
Il compito del prossimo Presidente della Fed non sarà facile, in quanto dovrà mantenere unito un board che si presenta diviso su come bilanciare i rischi di inflazione e mercato del lavoro e far fronte alle pressioni di Trump, che si aspetta un costo del denaro basso.
Il ruolo di Powell
Ma cosa succederà a Powell, il cui mandato scadrà a maggio 2026? Gli analisti di Deutsche Bank evidenziano che, tradizionalmente, una volta scaduto il termine il Presidente della Fed lasci definitivamente la Banca centrale, anche se l’incarico da membro del Comitato dovesse durare altri anni. Tuttavia, la legge non prevede questo.
Il mandato come componente del board di Powell durerà fino a gennaio 2028. Dei 15 precedenti presidenti della storia, solo due hanno scelto di rimanere in carica per più di qualche giorno dopo la fine del loro mandato. Le loro esperienze offrono un contesto importante per capire cosa potrebbe decidere Powell.

Il primo è stato Charles Hamlin, che ha continuato a prestare servizio nel Consiglio per oltre 20 anni.
Il secondo precedente è Marriner Eccles, che ha guidato il Paese tra la Grande Depressione e la Seconda Guerra Mondiale. Eccles fu messo da parte da Truman nel 1984, ma rimase in carica come componente del board, sotto richiesta dello stesso Truman. I motivi erano sostanzialmente due: il rispetto dei mercati per Eccles e il poco potere nel costringere le dimissioni.
Il ruolo di Eccles fu quello di difendere l’indipendenza della Banca centrale. All’epoca la Federal Reserve doveva mantenere i tassi bassi per contenere i costi di finanziamento del debito accumulato nel corso della guerra. Il timore di Eccles risiedeva nelle possibili pressioni che il Tesoro avrebbe potuto fare alla Banca centrale affinché monetizzasse ancora il debito pubblico.
Le dimissioni arrivarono pochi mesi dopo l’accordo del 1951, in cui venne sancita l’autonomia della Fed dal controllo pubblico. In ogni caso, era ancora distante la fine del mandato.
Nel 2026, Powell potrebbe seguire l’esempio di Eccles per difendere l’indipendenza della banca.
Se Powell decidesse di non dimettersi, Trump dovrebbe sostituire Miran (il cui mandato scade a fine gennaio). Inoltre, la sua permanenza nel board complicherebbe anche il tentativo dell’Amministrazione di influenzare le nomine dei 12 Presidenti delle Fed regionali previste per febbraio.
Fonti: Bloomberg, Wall Street Journal, ricerca Deutsche Bank
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