Taglio OPEC+ da 900mila barili al giorno: ecco cosa ne pensano gli analisti

Alla fine, l’OPEC+ ha preso la decisione di tagliare la produzione di ulteriori 900mila barili al giorno, sotto il milione delle indiscrezioni. Con la scelta di ieri, il Cartello porterà le riduzioni totali a 2,2 milioni di barili al giorno a partire dal 2024. Questi includono i tagli volontari di 1,3 milioni di barili al giorno da parte di Arabia Saudita e Russia, che verranno estesi. Nei 900mila barili della riduzione, 200mila sono relativi alle riduzioni dell’export di carburante da parte di Mosca, i restanti saranno divisi tra sei componenti. Arabia Saudita, Russia, Emirati Arabi Uniti, Iraq, Kuwait, Kazakistan e Algeria hanno dichiarato che, se le condizioni di mercato lo permetteranno, i tagli saranno eliminati gradualmente dopo il 1° trimestre. Il fatto che il mercato scontasse un calo di produzione più marcato e che i tagli stabiliti sono su base volontaria, ha fatto scendere sensibilmente le quotazioni della materia prima. Inoltre, l’Angola ha detto che rifiuterò la sua quota di riduzione. Ma cosa ne pensano gli analisti?
🔹Per Morgan Stanley, il lungo periodo richiesto per stabilire questi tagli e il fatto che non facciano parte di un piano formale, sottolinea che l’impegno ad attuarli sarà limitato. Il deficit per il primo trimestre dovrebbe ora essere di 300mila barili al giorno, ma è previsto un surplus per il 2° e 3° trimestre.
🔹Per Goldman Sachs, il taglio è una risposta temporanea all’aumento di scorte e offerta. L’aumento della capacità inutilizzata e la volontarietà della riduzione evidenzia che altri tagli saranno sempre più difficili da attuare.
🔹UBS ritiene che la decisione eviterà un eccesso di offerta nel 1° trimestre. Inoltre, è stata generata confusione perché è stata lasciato ai singoli componenti il compito di comunicare l’entità dei rispettivi tagli.
🔹Rystad Energy ritiene che la decisione sia una magra vittoria per l’Arabia Saudita: l’incapacità di ottenere un accordo a livello di gruppo non lascia presagire nulla di buono perla sua unità e la sua capacità di bilanciare il mercato. Le previsioni sono per un deficit di 400mila barili al giorno nel 1° semestre e di un Brent tra 80 e 85 dollari al barile. Con l’entrata del Brasile inoltre, la quota di mercato tornerà ai livelli del 2018 (60%).
🔹ANZ Group ritiene che la mancanza della pubblicazione di un accordo mette in gioco la prospettiva che alcuni produttori non aderiscano al taglio. Se i componenti selezionati rispettano il deal invece, il mercato dovrebbe restare rigido.
🔹A/S Global Risk Management ha evidenziato che il mercato dubiterà che i singoli Paesi si atterranno alla riduzione. Ciò ha provocato un danno alla credibilità dell’OPEC.
🔹Più positivi gli analisti di Bernstein, che ritengono che sebbene i tagli annunciati pongano domande a livello di compliance, il gruppo sta lavorando per prevenire la costruzione di riserve e di evitare una flessione eccessiva dei prezzi sotto gli attuali livelli. Al di fuori degli shock sulla domanda, i prezzi sono ritenuti ben supportati.
🔹Ad avere una view meno negativa rispetto agli altri vi è anche Macquarie Bank, secondo cui l’annuncio “dovrebbe smorzare un quadro fondamentale altrimenti molto negativo nel 1° trimestre 2024”. Tuttavia, la mossa era già scontata dal mercato. L’esito dell’incontro rappresenta comunque un progresso verso una migliore ripartizione degli oneri tra l’Arabia Saudita e gli altri componenti del Cartello.

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