Un interessante approfondimento di Bloomberg mostra un segnale di pericolo in merito ad un nuovo aumento dell’inflazione per via del conflitto nel Mar Rosso e dei suoi effetti sui costi di spedizione. L’impatto si sta già vedendo attraverso le deviazioni dei vettori di commodity come petrolio, gas e bestiame.
Ciò si riflette sull’inflazione headline con un ritardo da 4 a 9 mesi. Sempre per via delle tensioni sul Mar Rosso, segnali sugli aumenti dei prezzi si vedono anche su cibi come caffè e cioccolato. Per quest’ultimo alimento, la produzione è scesa ai minimi dell’era Covid per la carenza di cacao.
Questi tipi di inflazione sono quelli che riguardano più da vicino i consumatori e rischiano di radicare le aspettative future sui prezzi. Alla fine, ciò potrebbe provocare uno spostamento in avanti delle tempistiche di taglio dei tassi.
Fonte: Bloomberg