USA: ecco i 3 fattori che minacciano il soft landing

Torniamo su un tema che negli ultimi mesi continua ad essere in primo piano: riusciranno gli Stati Uniti ad archiviare il traguardo del soft landing? Secondo un recente articolo di Bloomberg, la crescita del Paese deve affrontare tre minacce: lo sciopero dei lavoratori del comparto automotive, un possibile shutdown e la ripresa dei rimborsi dei prestiti da parte degli studenti. A seconda dell’entità di questi eventi, per il 4° trimestre Goldman Sachs vede un rallentamento dell’economia a stelle e strisce all’1,3% dal 3,1% del 3° trimestre. Altri analisti hanno opinioni diverse: Gregory Daco di EY-Parthenon vede un impatto dello 0,8%. Con una riduzione della spesa per servizi e investimenti da parte delle imprese, la crescita potrebbe arrivare allo 0%. Fonte: Bloomberg Diane Swonk di KPMG sostiene invece che uno stop prolungato da parte dei lavoratori dell’automotive potrebbe portare l’economia in contrazione nel 4° trimestre. Citigroup aggiunge anche che la protesta nel comparto potrebbe avere un effetto inflazionistico mentre le catene di approvvigionamento stavano tornando alla normalità. Bloomberg Economics ritiene che la fine della moratoria per i prestiti agli studenti porterà 28 milioni di persone a sentire tutto il peso dei rialzi dei tassi della Fed. In ogni caso, tutto dipenderà da quanto dureranno gli eventi, come abbiamo visto (undefined/1015) sono stati pochi gli shutdown che hanno portato a chiusure prolungate. Oltre a questo, anche gli scioperi del settore automobilistico potrebbero risolversi in poco tempo, mentre diversi debitori potrebbero sfruttare programmi che permettono di ridurre il carico delle passività. Infine, molto interessante un’analisi di Bloomberg Economics secondo cui, dagli anni ’80, i titoli riguardanti il soft landing per gli USA hanno raggiunto il picco proprio prima del peggioramento economico. Fonte: Bloomberg  

PMI Eurozona: per analisti dati coerenti con una flessione del PIL nel 3° trimestre

Lo scorso 22 settembre abbiamo visto gli HCOB PMI manifatturieri, dei servizi e compositi (settembre, preliminari) dell’Eurozona (undefined). Le rilevazioni continuano a confermare un rallentamento dell’Eurozona e, come evidenziato in una ricerca di TS Lombard, anche il settore dei servizi sta mostrando sempre più segnali di una conclusione della sua resistenza. Gli esperti ritengono che i dati siano coerenti con una piccola flessione del PIL nel 3° trimestre. In questo quadro, le società dell’area stanno registrando il calo degli ordini più forte da quasi tre anni. Questa situazione può essere spiegata con una normalizzazione del boom dell’ultimo anno tuttavia, l’effetto cuscinetto degli ordini arretrati sta venendo meno. Questa situazione si potrebbe tradurre in un blocco delle assunzioni nell’Eurozona che nei prossimi trimestri avrebbe la possibilità di portare ad un aumento marginale della disoccupazione. Questo non dovrebbe però essere marcato, in quanto la rigidità del mercato del lavoro e lo skill mismatch dei lavoratori tendono ad incoraggiare l’accumulo della manodopera. In questo quadro, il potere di determinazione dei prezzi delle aziende si sta scontrando con l’indebolimento della domanda. Gli analisti ritengono quindi che il processo di disinflazione abbia più terreno da percorrere sia per i beni che per i servizi. Fonte: ricerca TS Lombard

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Dichiarazioni Villeroy (BCE) su rischio di alzare troppo i tassi

Francois Villeroy de Galhau, Presidente della Bank of France, ha detto che ora la BCE deve essere cauta nell’alzare troppo i tassi e deve al contempo cercare di evitare un hard landing dell’economia. Per Villeroy, i rischi di fare troppo e quelli di fare troppo poco sono bilanciati e ha quindi ribadito l’opinione che ora è più importante il mantenimento dell’attuale livello di costo del denaro. Per quanto riguarda il rialzo dei prezzi del petrolio, il Governatore dell’istituto centrale francese ritiene che sia necessario monitorare il possibile effetto a catena sulle aspettative di inflazione e sui salari. Villeroy si aspetta una crescita economica positiva tra il 2024 e il 2025.

Cambia la tassa sugli extraprofitti: per Deutsche Bank impatto inferiore del 30% rispetto alla prima versione

Il Governo italiano ha modificato i termini della tassa sugli extraprofitti. Le modifiche, che dovrebbero essere approvate nel corso della settimana, riguardano 3 punti:
  • L’applicazione riguarderà il 40% dell’extraprofitto misurato dall’eccedenza di almeno il 10% della differenza tra il margine di interessi del 2023 e quello del 2021.
  • L’ammontare massimo riguarderà lo 0,26% degli attivi ponderati per il rischio (prima era lo 0,1% degli attivi)
  • Alle banche viene data la possibilità alternativa di destinare a riserva non distribuibile un ammontare non inferiore a 2,5 volte l’imposta. Tuttavia, se le riserve dovessero essere distrribuite come dividendi, gli istituti di credito dovranno pagare la tassa maggiorata degli interessi. Secondo gli analisti di Deutsche Bank, se gli istituti scegliessero di pagare l’imposta, l’impatto sugli utili del 2023 rispetto alla prima versione della norma sarebbe inferiore di circa il 30%.

Dichiarazioni Lagarde e Schnabel (BCE) su inflazione e livello dei tassi

  • Christine Lagarde, Presidente della BCE, ha ribadito il fatto che i tassi rimarranno in territorio restrittivo per tutto il tempo necessario a riportare l’inflazione al target. Per Lagarde inoltre, il mercato del lavoro si sta aggiustando, con un ammorbidimento che potrebbe aiutare il processo disinflazionistico. La Governatrice dell’Eurotower ha aggiunto anche che gli indicatori recenti indicano un’ulteriore debolezza nel 3° trimestre.
  • Isabel Schnabel, componente del board della BCE, ha detto che è ancora troppo presto per dichiarare vittoria nella lotta contro l’inflazione, anche a dispetto della contrazione della quantità di moneta circolante che probabilmente riflette un “significativo riequilibrio dei portafogli” dopo il periodo di tassi bassi.

BCE: le obbligazioni si stanno allineando al messaggio "higher for longer"

Il mercato dei bond si sta adattando al messaggio “higher for longer” della BCE. Bloomberg evidenzia infatti che a settembre gli operatori hanno venduto il Bund a 10 anni al ritmo più veloce da febbraio, con un rendimento salito ai massimi del 2011. Gli analisti evidenziano che a contribuire al crollo delle quotazioni sono stati i dati economici in USA che mostrano un’economia più forte del previsto. Ciò conferma in effetti la narrativa di un costo del denaro più alto per più tempo. Inoltre, questo tipo di racconto diminuisce la convenienza a detenere debito con scadenze più lontane. Per Mauro Valle, responsabile del fixed income a Generali Investment, le scadenze medio-brevi potrebbero sovraperformare se la BCE scegliesse di mantenere i tassi. Isabelle Vic-Philippe, fund manager di Amundi, ha invece evidenziato che sta evitando di aggiungere troppo rischio ai tassi di interesse. Nel frattempo, le attese del mercato riportate da Refinitiv continuano a vedere una probabilità elevata di taglio dei tassi a luglio 2024 (ora siamo intorno al 64%).

Le azioni sotto la lente

  • Amazon ha dichiarato che investirà 4 miliardi di dollari nella start-up Antrophic, che si occupa di intelligenza artificiale generativa ed è stata fondata da ex dirigenti di OpenAI. Il modello Claude 2 permette di analizzare documenti commerciali o legali rispondendo a richieste ampie. L’accordo prevede che un investimento immediato da 1,25 miliardi di dollari, con l’autorità da parte di entrambe le aziende di attivare il finanziamento degli altri 2,75 miliardi. Con la partnership inoltre, dipendenti e clienti del cloud Amazon potranno accedere anticipatamente alla tecnologia di Antrophic. Quest’ultima società poi si affiderà principalmente ai servizi cloud del colosso dell’e-commerce, anche per l’addestramento dei suoi modelli di AI e per sviluppare i chip Titanium e Inferentia della stessa Amazon.
  • Secondo le indiscrezioni pubblicate da Bloomberg, NIO starebbe considerando di raccogliere già nel 2024 3 miliardi di dollari dagli investitori. Il gruppo avrebbe contattato degli investitori in Medio Oriente. Tuttavia, non si hanno certezze che la società proceda su questa strada. Rispondendo ai rumor, NIO ha dichiarato di non avere in programma nessuna attività di raccolta capitali da segnalare.

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