USA: il problema della qualità dei dati nello shutdown

Con lo shutdown, la quasi totalità dei dati economici federali è stata rinviata fino a data da destinarsi. In una ricerca, Goldman Sachs si interroga sulla qualità dei prossimi dati che verranno pubblicati, soprattutto per quanto riguarda occupazione e inflazione.

Tutto dipende da quali dati potranno essere collezionati retroattivamente e dal fatto che il ritardo nella raccolta possa creare distorsioni.

Fonte: ricerca Goldman Sachs

Per GS, l’impatto sulla qualità delle misurazioni dell’occupazione dovrebbe essere limitato, in quanto le risposte ai sondaggi vengono regolarmente ricevute con ritardo. Dal 2024, circa un terzo delle risposte all’indagine di un dato mese è stato ricevuto in modo differito.

Fonte: ricerca Goldman Sachs

Un effetto maggiore si potrebbe avere con l’indagine delle famiglie.

Gli analisti si aspettano che il report di settembre dovrebbe arrivare poco dopo la fine dello shutdown, mentre quello di ottobre circa due settimane dopo al fine di consentire l’elaborazione delle rilevazioni.

Per altri dati come l’indice dei prezzi al consumo, la storia suggerisce un ritardo di almeno 2 settimane.

Le opzioni del BLS

Una volta che il Governo riaprirà, il Bureau of Labor Statistics si troverà di fronte a 3 opzioni per raccogliere i dati: la prima è condurre le interviste continuando a chiedere informazioni sulla settimana di riferimento originale, con il rischio di vedere una minore qualità delle risposte a causa del tempo trascorso dal periodo di riferimento.

Il secondo modo potrebbe essere condurre le interviste spostando in avanti la settimana di riferimento. In questo caso il pericolo risiede nell’introduzione di una stagionalità residua.

La terza opzione risiede nella rinuncia alla raccolta, rischiando di lasciare un gap nella serie temporale, con effetti negativi sulle medie e sulle variazioni che farebbero riferimento al periodo mancante.

Negli shutdown del 1995-1996 e del 2013 la scelta è ricaduta sulla prima opzione, giudicando meno problematico il possibile errore nella memoria rispetto agli effetti di stagionalità.

Con il protrarsi della chiusura, aumentano sia il potenziale bias del ricordo che la stagionalità residua. Oltre a ciò, si avvicina la settimana di riferimento di novembre. Questo accresce il rischio di rinuncia alla raccolta dati.

Il problema dell’inflazione

GS giudica molto più problematica la qualità dell’indice dei prezzi al consumo. L’uso di dati alternativi consente di raccogliere retroattivamente le serie di circa 10%-20% del paniere, ma la maggioranza dei prezzi viene raccolta manualmente nel corso del mese solare.

Una riapertura a breve potrebbe consentire una maggiore allocazione di risorse da parte del BLS per compensare il periodo abbreviato. Questo è già avvenuto nel 2013, quando l’agenzia è stata in grado di raccogliere circa il 75% della quantità normale di quotazione.

In ogni caso, la qualità del rapporto continuerebbe ad essere inferiore alla media, in quanto mancano sempre meno giorni alla fine del mese.

Se lo shutdown si protraesse fino a fine ottobre e il BLS non adottasse misure di emergenza, sembra improbabile che arrivare ad una normale pubblicazione dell’IPC, con i dati che non riuscirebbero a soddisfare i normali standard di pubblicazione.

Nel caso in cui il BLS non volesse lasciare un gap nei dati, può adottare varie strategie, come tentare di raccogliere i prezzi retroattivamente e interpolare alcuni prezzi di ottobre una volta ripresa la raccolta dati. Ogni soluzione comunque presenta svantaggi.

Fonte: ricerca Goldman Sachs

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