Verbali FOMC: cosa sono e a cosa servono

Dopo ogni riunione di politica monetaria la Fed pubblica i verbali del meeting.

Questo documento contiene un resoconto completo e accurato di tutte le questioni discusse e delle opinioni espresse, espone chiaramente tutte le azioni di politica intraprese dal FOMC con le relative motivazioni, e include i voti dei singoli membri su ogni decisione.

Vengono poi elencati tutti i partecipanti alla riunione, con i loro ruoli, e ogni altra informazione procedurale significativa.

A livello storico, la pubblicazione di questi documenti ha rappresentato un passo importante verso una maggiore trasparenza da parte della Fed. Fino ai primi anni ’90 la Banca centrale comunicava pochissimo al pubblico riguardo le sue scelte. Con una decisione di dicembre 2004, a partire dal 2005 la Federal Reserve ha iniziato a diffondere i verbali con maggiore tempestività, circa 3 settimane dopo ciascun meeting.

Questo ha permesso agli operatori di interpretare gli sviluppi economici e prevedere la traiettoria futura dei tassi sulla base delle indicazioni fornite.

Infine, è importante non confondere i verbali con le trascrizioni integrali delle riunioni. La Fed infatti pubblica anche le trascrizioni verbatim di ogni meeting, ma con un ritardo di cinque anni, a fini storici. I verbali invece riassumono in forma narrativa e anonima l’essenza delle discussioni. Sono quindi il canale con cui la Fed comunica in tempo quasi reale il succo delle deliberazioni.

L’obiettivo

Lo scopo principale dei verbali è fornire trasparenza e documentazione approfondita sull’orientamento della politica monetaria. Le minutes offrono molte più informazioni rispetto al comunicato stampa che viene pubblicato nell’ultimo giorno della riunione, in quanto descrivono tutte le opinioni espresse dai componenti del Comitato riguardo la situazione economica e l’orientamento della politica monetaria.

I verbali rappresentano il “dietro le quinte” con tutte le valutazioni delle prospettive e le opzioni di politica monetaria considerate con il motivo delle scelte fatte. Si tratta quindi di uno strumento prezioso per capire la logica e le intenzioni future della banca centrale.

La redazione e la pubblicazione

La bozza dei verbali viene preparata dal Board of Governors, con i funzionari che partecipano all’incontro e prendono appunti dettagliati. Il processo di stesura comincia prima della riunione stessa, assemblando i consueti rapporti del personale Fed sull’andamento dell’economia e dei mercati finanziari che verranno presentati al Comitato.

Subito dopo la riunione si redige una bozza completa del verbale, che viene poi rivista dal Presidente della Fed e dal Segretario del FOMC. Entro circa una settimana dalla riunione, il documento viene inviato a tutti i partecipanti al meeting affinché controllino e commentino il contenuto, garantendo che rifletta accuratamente le discussioni avvenute. Sulla base dei loro riscontri, la bozza viene eventualmente corretta e finalizzata.

Terminato l’iter di revisione interna, i verbali vengono approvati ufficialmente dal Comitato e pubblicati.

La Fed al momento utilizza una tempistica fissa: i verbali di una riunione escono 21 giorni dopo la conclusione di quella riunione, solitamente alle 14:00 locali (tipicamente alle 20:00 italiane).

Prima del 2005, si doveva attendere il meeting successivo (5-8 settimane dopo).

Il linguaggio

I verbali del FOMC sono scritti in un linguaggio tecnico ma deliberatamente attento e sfumato, spesso definito“Fed-speak”. Lo stile mira a comunicare con chiarezza il contenuto delle discussioni, utilizzando termini il più possibile comuni. Tuttavia, nel tentativo di essere precisi, vengono adottate alcune formule linguistiche specifiche che vale la pena conoscere per una corretta interpretazione.

Innanzitutto, viene fatta una distinzione tra “membri” e “partecipanti”. I “membri” sono solo i 12 aventi diritto di voto (i 7 governatori Fed e 5 dei 12 presidenti delle Fed regionali, a rotazione), mentre i “partecipanti” includono tutti coloro che prendono parte alla riunione, quindi anche i presidenti regionali non votanti.

Questa distinzione è importante: nelle sezioni del verbale dedicate alla discussione di politica monetaria vengono enfatizzate soprattutto le opinioni dei membri votanti.

Un altro elemento chiave è l’uso di termini quantitativi per indicare il livello di consenso o dissenso su un certo punto. I verbali impiegano parole come “tutti”, “la maggior parte”, “molti”, “diversi”, “alcuni”, “pochi”, “uno” per segnalare quanti partecipanti condividevano una certa opinione. Queste sfumature sono seguite con grande attenzione, perché danno un’idea di quanto forte o condivisa possa essere una certa posizione all’interno del Comitato.

Queste formulazioni vanno interpretate con cautela. Il conteggio preciso degli interventi a favore di una tesi può essere impreciso, perché non tutti i partecipanti intervengono su ogni punto e alcuni potrebbero astenersi dal ripetere idee già espresse da altri. Quindi termini come “molti” o “pochi” sono indicativi. Ciononostante, il mercato tende a “leggere tra le righe” dei verbali ogni variazione lessicale rispetto ai verbali precedenti.

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