A maggio, l’inflazione headline USA si è attestata al 2,4%, in linea rispetto alle attese Bloomberg e sopra il precedente 2,3%. La rilevazione core ha registrato il 2,8% su base annuale, meno del consensus al 2,9% e stabile rispetto ad aprile. Il Bureau of Labor Statistics riporta che l’aumento della componente abitativa (shelter) dello 0,3% su base mensile è stata la principale causa dell’aumento della rilevazione headline. A livello di singoli elementi, su base mensile i prezzi del cibo hanno segnato lo 0,3%, quelli dell’energia il -1%, quelli dei veicoli nuovi il -0,3%, quelli dei veicoli usati il -0,5%, quelli dell’abbigliamento il -0,4%, quelli delle commodities sanitarie il +0,6%, quelli dei servizi di trasporto il -0,2% e quelli dei servizi sanitari il +0,2%. Segnaliamo tuttavia che l’indice supercore è salito su base annuale dal 2,743% al 2,862%: si tratta del primo aumento da ottobre 2024. Appare quindi che i rischi di inflazione derivanti dalle tariffe siano contenuti, almeno per il momento. Secondo i calcoli Bloomberg, sono pienamente prezzati due tagli del costo del denaro da parte della Fed: il primo a settembre (81,1% di probabilità), il secondo a dicembre (96,1%).