Banche centrali: ecco quando potrebbero iniziare i tagli dei tassi

A dicembre 2023 l’inflazione core a livello globale è salita ad un tasso a 1 mese annualizzato del 2,6%, in deciso aumento rispetto all’1,2% di novembre. Questo ha portato diversi analisti a pensare al fatto che l’ampia disinflazione a cui abbiamo assistito nel corso del 2023 possa non durare.


Fonte: ricerca Goldman Sachs

Ad avere un’opinione diversa e più ottimistica sono gli analisti di Goldman Sachs, che evidenziano come la tendenza generale dei prezzi resti in miglioramento. Il tasso annualizzato a 3 mesi è infatti sceso al 2% a dicembre. Inoltre, l’aggiustamento dell’inflazione dei beni core non è ancora stato completato. Infine, le attese sono per un continuo rallentamento dei prezzi dei servizi e della crescita dei salari. 

Le attese per la Fed




Fonte: ricerca Goldman Sachs

GS si aspetta che il PCE core sia cresciuto dello 0,17% a dicembre, elemento che porterebbe il tasso annualizzato a 6 mesi (osservato con attenzione dalla Fed) all’1,9%. In questo quadro, anche le aspettative di inflazione dei consumatori sono tornate ai livelli pre-pandemici. Il mercato del lavoro, dal canto suo, continua invece a riequilibrarsi, con l’occupazione domestica e l’indice di occupazione ISM che sono scesi lo scorso mese. I tassi di assunzione e di dimissioni JOLTS sono poi scesi sotto i livelli precedenti al Covid. GS fornisce più peso a questi elementi rispetto all’aumento dello 0,4% della retribuzione media oraria, considerata come un elemento temporaneo nella generale tendenza al ribasso. Al contrario di quanto abbiamo visto ieri, Goldman Sachs ritiene possibile che la Fed inizi a tagliare i tassi già a marzo in un percorso che sarà di 5 ribassi (meno dei 6-7 attesi dal mercato). Sarà poi difficile vedere riduzioni da 50 punti base, in quanto le previsioni sono per una crescita del PIL USA del 2,3% nel 2024, con una probabilità di recessione vista solo al 50%. 

Le attese su BCE e BoE



Fonte: ricerca Goldman Sachs

Per quanto riguarda l’Europa, GS ritiene che ci siano dei buoni presupposti per una ripresa della crescita nel 2024 grazie ad un aumento del reddito reale delle famiglie e delle condizioni finanziarie migliori. Tuttavia, in un contesto di crescita inferiore al trend le previsioni sono per un aumento della disoccupazione quest’anno. Tale contesto sembra giustificare i tagli dei tassi da parte della BCE a partire da aprile, con la Banca centrale che dovrà riequilibrare i rischi del suo mandato. Al contrario degli USA, per l’Eurozona non sono esclusi tagli più consistenti da 50 punti base.


Fonte: ricerca Goldman Sachs

Guardando al Regno Unito, gli analisti vedono la BoE iniziare i tagli da 25 punti base a maggio, portandoli al 3% nel 2025, con i rischi inclinati verso il lato dovish sia come punto di partenza che come velocità di aggiustamento. Questo perché la crescita del Paese è lenta come quella EU e l’inflazione sta rallentando in modo brusco.

Fonte: ricerca Goldman Sachs

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