10 novembre 2021
Salita davvero impressionante dei mercati in questa ultima settimana.
Il Nasdaq, dal minimo del 4 ottobre è salito di circa 2.000 punti, pari a poco meno del 15% in un mese esatto. Sfiorano la doppia cifra anche l’S&P500 con la salita che si ferma al 9,77% e supera oggi i 4.700 punti (era solo martedì quando aveva superato per la prima volta nella sua storia i 4.600 punti), il DAX che supera i 16.000 e da l’impressione di volerci rimanere (nuovo record storico a 16.076 sul massimo della giornata di oggi) e il FTSE MIB con un progresso negli ultimi 30 giorni del 9,20%.
Come accennato qualche settimana fa, continua la positività sul nostro inidice, confermata anche dai buoni dati sia trimestrali che macroeconomici, con una crescita annua del PIL che non si vedeva dagli anni ’70. L’indice nel frattempo ha superato di slancio i 27.000 punti in apertura di settimana e si avvia ora già verso il prossimo traguardo tondo dei 28.000 (27.759 punti mentre scrivo). Sembra ieri che esultavamo per la fatidica rottura dei 25.000 punti che da li in avanti è scappato via.
Certo, un’accelerata di questo tipo da parte di tutti i mercati ha reso i grafici davvero molto tirati, ma i dati macro da una parte e i buoni valori di bilancio evidenziati dalle trimestrali continuano ad infondere ottimismo. Nemmeno la conferma dell’inizio del tapering da parte della FED ha scalfito le certezze del mondo finanziario. Potrebbe starci qualche presa di profitto e un po di respiro, ma non vedo grossi scossoni all’orizzonte che possano far presagire ad un’inversione di tendenza.
In tale contesto, anche il mio portafoglio in certificati non poteva esimersi dal toccare i suoi massimi, con la performance da febbraio che sale al 12,37% (16,49% annualizzato). La settimana particolarmente positiva degli indici ha inciso per l’1,67% sule rendimento totale, con tre prodotti che si sono contraddistinti, legati a due sottostanti:
Prende fiato dopo un ottimo rimbalzo anche Alibaba e perde qualche punto il certificato di Vontobel, come scende anche l’UBS sui pagamenti digitali sulla debolezza di praticamente tutti i sottostanti.
Anche questa settimana non vado a toccare la composizione, visto l’ottimo bilanciamento del portafoglio e il flusso cedolare medio del 11,75%. Vedremo se le osservazioni di fine mese porteranno a qualche autocall e se vi sarà qualche occasione di acquisto.
Tengo invece monitorate due posizione per l’eventuale liquidazione. Oltre a quella su Alibaba, di cui ho già parlato in diverse occasioni (compreso l’ultimo webinar, disponibile sul canale Youtube di FreeFinance), sto valutando il cash collect su American Airlines. Con il rialzo del sottostante, il prezzo del certificato è salito a 90€. Considerando la scadenza del febbraio 2024 e la cedola del 4,6% incondizionata ma non entusiasmante, il rendimento residuo si sta abbassando, ma rimane ancora conveniente. Vi spiego perché.
Ad oggi, tenere il prodotto fino a scadenza garantirebbe ancora tre cedole da 4,6% e un capital gain rispetto allo posizione attuale di 10 punti, per un totale di 23,8 punti. Rispetto alla eventuale liquidazione odierna a 90€ quindi abbiamo ancora un 26,44% di potenziale profitto, pari circa al 8% all’anno sui 39 mesi residui. Trovare oggi un certificato ad unico sottostante, per di più ancora lontanissimo dai valori pre Covid, che paga l’8% di cedola è praticamente impossibile. Motivo per cui è ancora conveniente mantenere il prodotto. Probabilmente la convenienza verrà meno al raggiungimento dei 100€ da parte del certificato e dopo lo stacco della cedola annuale di febbraio.
Condividi su
Informazioni sull'autore
Ti è piaciuto l'articolo ?
Non perderti neanche un contenuto, iscriviti subito alla newsletter gratuita di FreeFinance!
ISCRIVITI SUBITO